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13 - 14 APRILE 2008 ... Rialzati Italia!

Cara Elettrice, caro Elettore, il 13 e 14 Aprile siamo chiamati nuovamente ad eleggere i nostri rappresentanti. Ancora una volta potremo far sentire la nostra voce sia per rappresentare le nostre istanze ma soprattutto per fornire quel grande contributo di esperienze, di conoscenze, di professionalità e di apertura culturale che abbiamo maturato nei tanti anni trascorsi da "Italiani all'estero". In questi due anni abbiamo lavorato e in futuro lavoreremo affinché l'Italia diventi sistema paese e torni ad essere protagonista nel Mondo. Le donne e gli uomini che da Italiani si distinguono nella vita sociale, culturale, professionale delle comunità che li ospitano devono sentirsi nuovamente protagonisti. Con il vostro voto si può dare nuovamente slancio all'Italia ma sopratutto, ai suoi artefici, gli Italiani.

giovedì 13 marzo 2008

PROGRAMMA ELETTORALE.

PROGRAMMA ELETTORALE DI SALVATORE ALBELICE, CANDIDATO ALLA CAMERA NELLA CIRCOSCRIZIONE EUROPA


PRIMA PARTE PER GLI ITALIANI NEL MONDO

  • Ridare dignità e valorizzare il ruolo degli italiani nel mondo, rinsaldare il rapporto di amore fra i nostri connazionali e la madrepatria
    Nulla è stato fatto a mio modo di vedere dai nostri avversari politici e dalla sinistra per i nostri connazionali all’ estero. In particolare la sinistra è dal 1985 che spadroneggia nei COMITES e nella CGIE; ma non è riuscita, o, peggio ancora, non ha voluto mai impegnarsi per i nostri italiani. A dire il vero, in questi ultimi anni c’è stato, per contrasti vari tra Comites e CGIE, un vero e proprio boicottaggio per ogni iniziativa a favore degli italiani all’estero.
I figli dei nostri primi emigranti (seconda e terza generazione) si ritrovano per lo più ignoranti dei fatti italiani e, soprattutto, della lingua, cultura e storia italiana. I politici di sinistra, sia italiani che europei, da buoni venditori di ideologie hanno interesse a far permanere i nostri connazionali (che per loro sono solo una semplice “massa”) nell’analfabetismo linguistico e nell’ignoranza dei fatti, dando loro ogni tanto un contentino, una festa danzante, una pillola di speranza. Per il resto, pensano solo ad amministrare le loro posizioni di rendita e a spendere soldi, provenienti per vari canali dall’Italia, solo ed esclusivamente per fini clientelari e di potere. Oltre ai Comites e CGIE si è permesso loro di occupare quasi tutte le istituzioni italiane all’estero: UE, corsi e scuole europee, istituti di cultura, consolati, ecc., che utilizzano non per metterli al servizio e migliorare la vita degli italiani, ma solo per fini di potere ed elettorali. Tali comportamenti hanno contribuito a fare disamorare gli italiani all’estero verso i governi italiani, facendo crescere in loro sempre di più quel sentimento di abbandono e di individualismo che li caratterizzano oggigiorno. Hanno bisogno, quindi, di essere aiutati a divenire da individui sporadici a comunità, senza per questo perdere la loro individualità. Una vera iniezione di ottimismo e di fiducia che si deve prospettare più col fare concreto, che col dire e promettere semplicemente. I nostri connazionali amerebbero sentirsi dare questa carica di ottimismo e fiducia nel futuro.

  • Recupero e valorizzazione della lingua e della cultura italiana per le nuove generazioni, per i figli e i nipoti degli italiani:
    Molto spesso, troppe volte, nei miei viaggi all'estero, nelle frequenti visite effettuate presso le tante associazioni regionali sparse per l'Europa e non solo, mi sono accorto di come purtroppo oggi si faccia ben poco per avvicinare le nuove generazioni alla nostra lingua e alla nostra cultura. I figli e i nipoti degli italiani si sentono "italiani" spesso solo di nome ma non di fatto. La lingua italiana è un patrimonio di inestimabile valore, nasconde dietro di sè anni di cultura e di storia che il mondo ci invidia, per questa ragione va fatto il possibile per creare strumenti di supporto al recupero di tali elementi. Se andrò al Governo mi batterò per un maggiore sostegno alle scuole italiane all'estero, per rivedere i corsi di lingua e cultura italiana, integrandoli con veri corsi di scolarizzazione, di formazione professionale e di orientamento, per istituire corsi di apprendimento di lingue straniere e dell’informatica anche all'estero per i nostri connazionali, per creare la base per maggiori scambi culturali fra i nuovi italiani all'estero e la madrepatria, per fare in modo insomma che i giovani possano recuperare e amare le tradizioni dei loro genitori, quelle che loro portano conservate gelosamente nello scrigno del loro cuore.

  • Il ruolo fondamentale dell'informazione italiana all'estero:
    Occorrono a mio modo di vedere maggiori contributi da parte del governo italiano per una informazione più radicale, che arrivi in maniera sempre più diretta nelle case dei nostri connazionali nel mondo, perchè l'informazione è cultura, l'informazione è un elemento indispensabile per tenere vivo il rapporto con la madrepatria.Mi batterò affinchè sia istituita una commissione ad hoc che possa valorizzare la reale qualità dell'informazione italiana all'estero, di modo che i contributi siano forniti a chi realmente, editori di radio, siti web, agenzie e giornali, sia vicino alle esigenze degli italiani. Mi batterò affinchè però tutti, se realmente lo meritano, possano accedere ai contributi: le radio, i siti web che fanno informazione, tutte le nuove agenzie nascenti. I metodi di accesso ai contributi devono essere snelliti e messi alla portata di tutti. Ritengo che molto spesso ci si trovi di fronte a delle vere e proprie lobbie, e non è facile, per i giovani editori italiani all'estero o per coloro che dall'italia vogliono fare informazione per i connazionali nel mondo, poter accedere anche ad una piccola forma di sostegno. I contributi vanno aumentati perchè l'informazione italiana all'estero è sacrosanta, in ogni sua forma, perchè la comunicazione è crescita ed è vita.

  • Sostegno ai giovani italiani all'estero. Aiutarli nel lavoro e nel sociale, per vederli crescere nel nome dell'italianità:
    I paesi che ci ospitano spesso fanno poco o niente per i nostri connazionali e molto, moltissimo per gli extracomunitari nord africani. Gli italiani sono discriminati nelle scuole e sul posto di lavoro. Quel poco che fanno e che divengono nella società in cui vivono, lo fanno da soli e a volte contro mille ostacoli. Bisogna intervenire con concrete iniziative di formazione o riqualificazione professionale, se vogliono rimanere sul posto, ovvero facilitare, l’inserimento nel mondo del lavoro. Contribuire a realizzare all’estero centri sportivi, sociali e culturali in cui il giovane possa trovare un’altra forma di realizzazione sociale e un “benessere”, che lo tenga sempre più lontano dalle sirene della droga e delle devianze varie, che pare siano valori e principi programmatici della sinistra italiana ed europea. In più, cosa innovativa ed efficace, favorire viaggi, scambi culturali ed esperienze di lavoro tra i giovani italiani all’estero nei diversi Paesi europei e tra l’estero e l’Italia: una sorta, insomma, di rivoluzione culturale.

  • La donna italiana e la donna italiana nel mondo: sostegno incondizionato alle giovani donne, fulcro della nostra società, speranza per il futuro
    Le donne amerebbero sentirsi dire piu spesso di essere importanti, ma il loro ruolo va valorizzato non solo a parole, a tutto questo va aggiunto un adeguato sostegno e un concreto impegno a realizzare se stesse per attingere al loro giusto posto nella società. Non certamente farle sentire come delle percentuali o quote obbligatorie da applicarsi in nome di un frainteso principio della rappresentatività o delle pari opportunità. La politica delle pari opportunità va applicata in relazione e in funzione della crescita, dell’evoluzione e delle capacità della donna a partire dal processo di scolarizzazione, di formazione sino al suo inserimento nel mondo del lavoro, senza comunque disattendere alla sua realizzazione di madre ed educatrice. E’ bene favorire e sostenere tutto cio’ che rende compatibile e sereno il ruolo di lavoratrice e quello di madre; di casalinga (che è anche un lavoro) e quello di madre. In tutto questo no va dimenticato il ruolo chiave che ha avuto nel passato la donna italiana all'estero, fulcro nel difficile processo di emigrazione, oggi speranza per il futuro dei nostri italiani nel mondo e anche per il rilancio dell'immagine del nostro paese così bistrattata di recente per colpa di un malgoverno che ci ha reso agli occhi del mondo come il "Paese dei Balocchi e dei fallimenti". Ieri la donna italiana all'estero è stata sostegno per i propri uomini, madre esemplare ed esempio di spirito di sacrificio, ha favorito l'ambientamento delle nuove famiglie di connazionali nei paesi ospitanti. Oggi invece, la nuova donna italiana all'estero, è spesso esempio non solo di moralità e coraggio, ma ha un ruolo attivo nei paesi che l'hanno accolta. La donna italiana ha saputo conquistarsi all'estero posti di prestigio nella politica e nell'industria, la donna manager italiana all'estero deve essere un esempio di speranza per una Italia che grazie ai suoi connazionali nel mondo, ai quali deve guardare con orgoglio, può rinascere e rialzarsi.

  • Il recupero del ruolo degli anziani, il maggiore sostegno ai pensionati italiani all'estero, il detassamento delle pensioni italiane all'estero, l'appoggio concreto ai connazionali nel mondo indigenti, l'assistenza sanitaria agli italiani nel mondo bisognosi.
    Quando Prodi è venuto a Bruxelles il primo febbraio scorso, al di là delle “bofonghiate” dette, ha voluto “tre civette” sul como’ – pardon, sul palco: una studentessa, una lavoratrice e un minatore pensionato, che dovevano fare da contraddittorio, per dare parvenza di un dibattito aperto e democratico e dimostrare che lui, il prode Prodi, discuteva dei veri problemi “de la jente”, espressione della base. Ebbene, il pensionato, vecchio ex minatore, ben indottrinato si è lasciato talmente andare in frasi fatte e accuse contro la Casa delle Libertà (che non fa nulla per gli anziani e i pensionati), da imputare al governo Berlusconi gli infausti accordi italo-belgi, lo scambio lavoro italiano- sacco di carbone e per poco anche la tragedia di Marcinelle. E giù applausi di conferma dalla platea e cenni di assenso da parte di Prodi, D’Alema e Company. Gli anziani amerebbero sentirsi riconosciuti come persone ancora socialmente utili ed essere messi in grado di vivere dignitosamente una vita da pensionati, cosi’ come hanno vissuto prima con dignità una vita di lavoro e di sacrifici. In realtà, si ritrovano ora con una pensione misera, non adeguata, perché svalutata, e con molti problemi esistenziali. In più, c’è il grosso problema della solitudine, se non dell’abbandono, e la disperazione di sentirsi, a volte, di peso per la società. Ci sembra doveroso restituire dignità agli anziani e aiutarli a inserirsi nella società, per quello che hanno dato in passato e che ancora possono dare. E qui viene fuori il discorso dei pensionati italiani all'estero e degli anziani e dei connazionali indigenti: tante volte gli eletti parlamentari all'estero hanno speso fiumi di parole sulla questione pensioni senza fare nulla di concreto. I ritardi con cui spesso vengono inviati i pagamenti sono l'esempio emblematico di come il sistema non funzioni. I nostri anziani all'estero devono ricevere puntualmente la loro pensione dall'Italia, per molti di loro, soprattutto in Europa, unica fonte di sostegno. In questo senso vanno anche migliorati i servizi di informazione, sia nei paesi ospitanti che attraverso la rete, per permettere agli italiani all'estero di conoscere meglio la loro situazione. Inoltre è assurdo che esistano tasse sulle pensioni. Le pensioni degli italiani all'estero vanno assolutamente detassate.Mi batterò per il sostegno da parte del Governo Italiano, sempre più concreto, ai connazionali all'estero che si trovano in difficoltà, sostegno che deve arrivare attraverso dei contributi in denaro ma anche attraverso le cure mediche che per chi non può permetterselo anche nei paesi stranieri devono essere a carico del nostro Paese.

  • La nascita di centri sociali polivalenti per gli italiani all'estero, il rafforzamento delle strutture già esistenti.
    Sarebbe opportuno pensare di istituire un Libro bianco per reperire esigenze, problemi e attese dei nostri connazionali e promuovere, con opportune iniziative politiche e legislative.L’istituzione di centri sociali polivalenti di riferimento, per assistenza, consulenza per ogni genere di pratica. L’istituzione di case di riposo per anziani bisognosi, o che ne facciano richiesta, ovvero sussidiare la pensione di coloro che vogliono accedere a case di riposo locali, che sono per loro attualmente eccessivamente costose. Ascoltare gli anziani e realizzare progetti insieme a loro. Aiutare con ogni mezzo quegli anziani o pensionati che intendono ricollocarsi nel loro paese di origine, con facilitazioni fiscali, di servizi e di accoglienza. Al fine di facilitare la realizzzazione dei punti sopraddetti, è importante l’istituzione di Centri sociali polivalenti e polifunzionali (non le vecchie Case d’Italia), che siano al tempo stesso punti di incontro dei connazionali, centri di iniziative e di dibattiti culturali e politico-culturali; centri di divertimento e di socializzazione; centri di assistenza e di consulenza, di accoglienza, indirizzo e orientamento non solo per gli italiani residenti, ma anche per quelli che vengono dall’Italia. Insomma, che sia una vera Casa del Benessere.

  • Migliorare e ristrutturare il ruolo dei consolati, fulcro per la vita dei nostri italiani nel mondo
    Migliorare o ristrutturare i Consolati deve essere uno degli impegni prioritari per chi eletto all'estero va al governo: per metterli realmente al servizio degli italiani all’estero e non degli impiegati consolari. Rivedere le funzioni degli istituti di cultura, finora occupati e asserviti alla sinistra italiana. Migliorare la struttura e funzionalità dei Comites e di altre istituzioni rappresentative degli italiani all’estero: finora i Comites NON HANNO FATTO QUASI NULLA.

  • Cancellare il Cgie, e dare maggiore vigore ai Comites
    Ritengo e mi batterò fortemente per questo, che sia arrivato il momento di abolire il Consiglio Generale degli Italiani all’estero e nel contempo di dare maggiore sostegno, sia economico che strutturale, ai vari Comites dislocati nel mondo. La ragione della cancellazione del Cgie a mio modo di vedere è semplice e non c’è tempo da perdere: costa troppo al nostro Governo, milioni di euro spesi ogni anno per pagare i viaggi dei nostri consiglieri a Roma e non solo, che invece potrebbero rimanere tranquillamente nel loro continente di competenza a contatto diretto con le varie comunità per risolvere i problemi dei nostri connazionali e ascoltare le loro esigenze. Diamo più forza ai Comites, concediamo loro la possibilità di operare con maggiori risorse, creiamo strumenti in grado di rafforzare la loro operatività, facciamo in modo che all’interno delle varie aree ci possano essere maggiori occasioni di confronto anche attraverso faccia a faccia con i vari parlamentari all’estero, alla fine il Comites è un organo che rappresenta una figura storica della nostra emigrazione e se messo in condizione può svolgere tranquillamente il ruolo occupato oggi dal Cgie a mio modo di vedere tutto fumo e niente arrosto. Senza nulla togliere all’impegno di tanti consiglieri del Cgie in questi anni, perchè certo non si può fare di tutta un’erba un fascio, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero soprattuttto negli ultimi due anni è diventato uno strumento nella mani della politica, è rimasto invischiato in una rete che ha solo rallentato e bloccato le reali potenzialità di questa struttura, ovvero occuparsi degli interessi dei nostri connazionali nel mondo. Se il Cgie è formato da cittadini italiani all’estero, allora facciamo in modo che questi possano operare nel miglior modo possibile all’interno dei Comites per i loro connazionali e in nome di un processo di crescita comune.

  • Rivalutare e ridare credito alla posizione lavorativa degli impiegati a contratto delle Ambasciate, dei Consolati, degli Istituti di Cultura.
    Gli impiegati a contratto delle Ambasciate, dei Consolati e degli Istituti di Cultura, cittadini italiani iscritti all'AIRE, sono una risorsa importante che deve essere valorizzata e non penalizzata, e non discriminata nelle situazioni più difficili. Soprattutto in Europa a mio modo di vedere in questo momento si avverte l'esigenza di sostenere nel miglior modo possibile queste figure professionali che rappresentano il cuore pulsante della nostra vita comunitaria all'estero insieme con le varie associazioni regionali con cui operano a stretto contatto. I Consolati e le Ambasciate non sono strutture astratte, sono composte da persone, allo stesso modo gli Istituti di Cultura. Per questo motivo occorre contrattualizzare in maniera definitiva il personale italiano all'estero, fare in modo che possa lavorare con serenità e con gli strumenti necessari per poter rispondere in maniera adeguata alle esigenze dei nostri connazionali. I consolati e le ambasciate ogni giorno devono affrontare questioni delicate e importanti: le pensioni, le richieste di recupero della cittadinanza, l'organizzazione di eventi in stretto contatto fra la nostra Italia e il paese ospitante nel nome del made in Italy, spesso in collaborazione con le varie Camere di Commercio, e ancora la valorizzazione della lingua e della cultura italiana che rappresentano una grande risorsa in nome della quale gli Istituti di Cultura lavorano quotidianamente. Diamo serenità a queste figure professionali, consentiamo loro di poter finalmente cancellare dalla loro mente la parola precariato. Facciamo in modo di avere impiegati efficienti rigorosamente selezionati per le loro qualità professionali ma a tempo indeterminato e non con contratti a tempo, solo così si potrà pensare ad unfuturo migliore per i nostri italiani nel mondo e per le nuove generazioni.

  • Rilanciare e difendere il ruolo del made in Italy, una grande risorsa alla quale l'Italia deve e puo' guardare per uscire dal ristagno economico.
    Favorire ed incrementare il commercio estero con legami sempre più stretti con l’imprenditoria italiana all’estero, è questo uno dei miei obiettivi se sarò eletto alla Camera. Rilanciare una volta per tutte e valorizzare il ruolo del made in Italy, fonte di crescita economica anche per il nostro paese e non solo per gli italiani nel mondo. I prodotti italiani all'estero vanno difesi e tutelati, bisogna guardare con orgoglio in questo senso ai "nuovi italiani all'estero", agli imprenditori figli di italiani o che si sono trasferiti solo da poco all'estero che operano tutti i giorni nel nome del made in Italy e che si sono fatti strada lontano dall'Italia ma nel nome dell'italianità. In questo senso vanno incrementati i rapporti di comunicazione e collaborazione fra gli imprenditori italiani e quelli italiani nel mondo, Va rafforzato il ruolo dell'Ice, Istituto Commercio Estero, con le sue tante sedi nel mondo, vanno organizzati meeting, appuntamenti, convegni con esperti del settore, il mercato va scandagliato a fondo, analizzato e reso ancora piu fertile, insomma il made in Italy deve diventare occasione di rilancio per l'immagine e per l'economia italiana e attraverso tutto ciò ci sarà anche la possibilità che gli imprenditori stranieri possano finalmente acquisire nuovamente fiducia nell'investire nella nostra Italia.

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