CULTURA E LINGUA ITALIANA ALL'ESTERO: LA PROPOSTA DEL CANDIDATO PER IL PDL SALVATORE ALBELICE.
"OCCORRE AUMENTARE IL NUMERO DELLE SCUOLE ITALIANE PER FAVORIRE L'INTEGRAZIONE E LA CRESCITA CULTURALE DEI NOSTRI CONNAZIONALI"
Salvatore Albelice, candidato alla Camera per il PDL nella circoscrizione Europa interviene sulla delicata questione dell'insegnamento della lingua italiana all'estero con un intervento mirato legato anche alla recente diatriba che ha visto protagonisti i candidati Micheloni (PD) e Romagnoli (PDL) durante un dibattito a Radio Colonia. Secondo Albelice la priorità in questo momento, per chi eletto all'estero andrà al Governo, sarà quella dibattersi per aumentare in maniera netta il numero delle scuole italiane nel mondo. L'insegnamento della lingua italiana ovunque sia necessario equivale secondo Albelice ad una maggiore diffusione della nostra cultura, soprattutto ad uno strumento indispensabile per favorire l'integrazione e la crescita dei nostri connazionali e delle nuove generazioni di italiani nel mondo. «Non posso che rallegrarmi delle buone intenzioni espresse dai candidati Micheloni e Romagnoli che sembrano gareggiare, in termini di proposte, per l'istruzione degli Italiani all'estero. Sono d'accordo con loro quanto all'importanza di entrambi gli aspetti evocati nel dibattito, penso tuttavia che il semplice insegnamento della lingua italiana e la diffusione della nostra cultura, che gli Istituti Itliani di Cultura realizzano poco, male e spesso addirittura in inglese, non siano adeguati e sufficienti né ai bisogni dei nostri concittadini all'estero, né all'immagine dell'Italia e al livello che le corrisponde in ambito culturale. Non solo gli Italiani all'estero hanno bisogno di vere e proprie scuole, a tutto raggio, dalle elementari alla maturità, perché la scuola dell'obbligo concerne tutti i cittadini italiani e non esclusivamente quelli residenti in Italia ma anche perché l'Italia non potrà mai competere con gli altri grandi Paesi europei, in seno all'Europa comunitaria, e assicurarsi il loro rispetto se continuerà a comportarsi come un Paese in via di sviluppo con le toppe al sedere e in perdita di identità. La mia proposta è di istituire scuole italiane ovunque la presenza di cittadini italiani lo renda utile e necessario con priorità assoluta per l'Europa dove, da una parte l'emigrazione, dall'altra il processo di integrazione in corso, comportano un importante flusso di circolazione e di insediamenti di cittadini italiani, a volte stabili ma spesso anche temporanei. Per quest'ultimo fenomeno, che va in crescendo, l'assenza di scuole italiane crea enormi disagi alle famiglie e reca pregiudizio all'istruzione dei giovani»
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