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13 - 14 APRILE 2008 ... Rialzati Italia!

Cara Elettrice, caro Elettore, il 13 e 14 Aprile siamo chiamati nuovamente ad eleggere i nostri rappresentanti. Ancora una volta potremo far sentire la nostra voce sia per rappresentare le nostre istanze ma soprattutto per fornire quel grande contributo di esperienze, di conoscenze, di professionalità e di apertura culturale che abbiamo maturato nei tanti anni trascorsi da "Italiani all'estero". In questi due anni abbiamo lavorato e in futuro lavoreremo affinché l'Italia diventi sistema paese e torni ad essere protagonista nel Mondo. Le donne e gli uomini che da Italiani si distinguono nella vita sociale, culturale, professionale delle comunità che li ospitano devono sentirsi nuovamente protagonisti. Con il vostro voto si può dare nuovamente slancio all'Italia ma sopratutto, ai suoi artefici, gli Italiani.

mercoledì 19 marzo 2008

LE MULTINAZIONALI DEL MADE IN ITALY.

GLI ITALIANI NEL MONDO E LE MULTINAZIONALI DEL MADE IN ITALY: ALBELICE SCRIVE UNA LETTERA AI NOSTRI CONNAZIONALI ALL'ESTERO.

Nessuno mai ha apertamente detto come stanno le cose: nessuno mai, forse per non andare incontro ad interessi e poteri forti, ha veramente avuto il coraggio di denunciare quanto sto per dire. Vorrei parlarvi, e mi rivolgo a voi elettori, ma anche a tutti i cittadini italiani, di quale è stato in passato e di quale è ancora oggi il rapporto fra i nostri connazionali all'estero e le grandi aziende, mi riferisco alle grandi multinazionali italiane che soprattutto in Europa ma anche fuori dal nostro continente guadagnano fior di milioni di euro ogni anno, e non ho paura a dirlo, sulle spalle dei nostri emigrati e delle nuove generazioni di italiani. Perchè bisogna parlare chiaro: il contributo che gli italiani all'estero sono stati capaci di dare, come consumatori, ma anche come sponsor, ad aziende che solo per fare un esempio operano nel settore automobilistico o in quello della gastronomia, è enorme. Il made in Italy, che sicuramente rappresenta il fiore all'occhiello della nostra economia e merita di essere valorizzato a dovere anche per rilanciare l'immagine del nostro paese, deve molto, moltissimo, agli italiani nel mondo. Solo per fare un esempio: lo sappiano noi ogni anno quante auto vende la Fiat in Europa? Certo non poche. Lo sappiamo quanto gli italiani nel mondo amano vestirsi, mangiare italiano, pensare italiano. E' un modo per sentirsi vicini alla loro terra, per non abbandonare le loro origini. Le grandi multinazionali che investono gran parte dei loro capitali nel mercato estero, devono molto, moltissimo ai nostri emigrati. Ma cosa hanno fatto queste aziende dai patrimoni ingenti e incalcolabili per i nostri connazionali? Davvero si sono preoccupate del loro benessere e del futuro dei loro figli? Mi potreste rispondere dicendo che il business è business, è vero, che qui comanda il "dio denaro", eppure io non la penso così e non sono il solo. Vorrei citarvi solo qualche esempio: ogni anno, in ogni parte del mondo, le aziende italiane, in collaborazione con le nostre Camere di Commercio dislocate in ogni luogo organizzano eventi e workshop per rilanciare la vendita dei loro prodotti. E questo è importante, tutto ciò è innegabile. Ma al benessere di noi italiani all'estero chi ci pensa? Quello che abbiamo dato in questi anni alla Fiat, alla Barilla, solo per citare qualche nome, in termini di introiti e di immagine è tantissimo. Noi italiani nel mondo siamo i primi con le nostre spese ad incrementare i guadagni delle aziende di casa nostra per non parlare del cosiddetto indotto, cioè del denaro che per anni i nostri emigrati hanno mandato a casa. E qual è il contraccambio che ne abbiamo ricevuto? I consolati chiudono, mancano le strutture per gli anziani, i figli e i nipoti dei nostri emigrati non vengono aiutati e sostenuti, le scuole di lingua italiana dovrebbero essere molte di più, senza contare che a noi cittadini europei, pur non residenti piu nel nostro paese, l'Italia fa pagare anche le tasse per l'immondizia. Vi pare equo tutto questo? Gli italiani all'estero sono il veicolo portante per il rilancio del made in Italy sono e saranno sempre come degli enormi pannelli pubblicitari viventi. E' facile e banale dire che sono gli stranieri che comprano di piu i prodotti italiani. Niente di più falso: sono i tanti connazionali sparsi nel mondo, con la loro presenza e la loro cultura, ad accrescere l'immagine e gli introiti del cosiddetto Sistema Italia. In cambio? In cambio queste grandi aziende a mio modo di vedere ci hannosolo sfruttato. Invece adesso le cose devono cambiare. Occorre un sano "do ut des". Chi andrà al Governo, eletto all'estero, deve far sentire la sua voce anche presso queste multinazionali del Made in Italy. Promuovere seminari di lavoro, corsi di formazione, stage, fare in modo che i figli dei nostri emigrati possano ricevere in cambio quello che i loro genitori negli ultimi 30 anni hanno dato. Sarebbe un modo per ripagare i connazionali nel mondo dei loro sacrifici. E qualcuno ha ancora il coraggio di dire che il voto degli italiani all'estero non serve perchè chi vive lontano dalla madrepatria ormai ha perduto il contatto con la realtà di casa nostra e non ne conosce i problemi? Io penso invece che chi dice questo vive fuori dal mondo.

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