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13 - 14 APRILE 2008 ... Rialzati Italia!

Cara Elettrice, caro Elettore, il 13 e 14 Aprile siamo chiamati nuovamente ad eleggere i nostri rappresentanti. Ancora una volta potremo far sentire la nostra voce sia per rappresentare le nostre istanze ma soprattutto per fornire quel grande contributo di esperienze, di conoscenze, di professionalità e di apertura culturale che abbiamo maturato nei tanti anni trascorsi da "Italiani all'estero". In questi due anni abbiamo lavorato e in futuro lavoreremo affinché l'Italia diventi sistema paese e torni ad essere protagonista nel Mondo. Le donne e gli uomini che da Italiani si distinguono nella vita sociale, culturale, professionale delle comunità che li ospitano devono sentirsi nuovamente protagonisti. Con il vostro voto si può dare nuovamente slancio all'Italia ma sopratutto, ai suoi artefici, gli Italiani.

lunedì 31 marzo 2008

INTERVENTI VIDEO DI SALVATORE ALBELICE

Aggiunti 2 interventi video di Salvatore Albelice, sul problema delle case di riposo per italiani all'estero e l'informazione in Belgio.

venerdì 28 marzo 2008

CASO MOZZARELLA DI BUFALA.

CASO MOZZARELLA DI BUFALA: L'INTERVENTO DI SALVATORE ALBELICE, CANDIDATO ALLA CAMERA PER IL PDL NELLA CIRCOSCRIZIONE EUROPA.
IL GOVERNO TUTELI IL MADE IN ITALY E NON NASCONDA LA TESTA SOTTO LA SABBIA COME GLI STRUZZI. SERVONO TRASPARENZA,CONCRETEZZA E SENSO DI RESPONSABILITA'.


Evitare i facili allarmismi da un lato, ma dall'altro nonnascondere la testa sotto la sabbia come usano fare gli struzzi prendendosi le proprie responsabilità senza andarealla cieca su una situazione così importante e delicataper il futuro economico e l'immagine dell'Italia. E' un'analisi serena ma nel contempo anche profondamente critica quella che Salvatore Albelice fa del "caso mozzarella di bufala" che negli ultimi giorni ha portato l'Italia, nuovamente, sulle prime pagine dei giornali di tutto ilmondo. E non certo per degli elogi. «Siamo felici nel constatare, dice Albelice, che la situazione non è grave,al punto che in queste ore sembra sia ufficiale lo sbloccodell'import da parte di Tokyo. La quantità di diossina,stando a quanto dichiarato dalla Ue, non era altissima ecomunque il rischio non riguarda la mozzarella di bufala noncampana. E' chiaro che da italiani, da consumatori, dacittadini, viviamo in uno stato di profonda allerta epreoccupazione quando si verificano questi epispdi. Prima ditutto per la nostra salute, in secondo luogo perchèconfidiamo nel fatto che l'emergenza si possa risolvereaffinchè non ci siano pericolose ripercussioni sul Made inItaly». Albelice è però anche profondamente criticonei confronti dell'atteggiamento del Governo Italiano:«Non c'è stata chiarezza, è mancata la necessaria trasparenza, mi domando perchè dobbiamo sempre fare questefigure barbine. E mi riferisco al fatto che anche sel'allarme sembra rientrato, e dico per fortuna, e comunqueil problema è circoscritto e sotto controllo, crediamo infatti che alla fine sarà dimostrato che si tratta di uncaso isolato, non capisco perchè abbiamo dovuto subirel'ennesimo colpo di frusta da parte dell'Unione Europea, che addirittura per avere maggiori informazioni sul caso, quelleiniziali erano infatti state definite lacunose einsufficienti, ha dovuto darci un ultimatum e addiritturaminacciare una severa sanzione nei nostri confronti. Perl'ennesima volta l'Italia ne esce con le ossa rotte, non c'è dubbio, e questo non è giusto. Potevamo evitarlo. Non è giusto per la nostra immagine, non lo è per un Sistema, il Sistema Italia, che è il primo al mondo per qualità, un sistema che tutti ci invidiano, che è unsimbolo, e che quindi andrebbe gestito e valorizzato in mododiverso. Ripeto, servono senso di responsabilità etrasparenza. Non era forse il caso di far luce sulla faccenda ben prima che fossero gli altri a richiamarci alsenso del dovere? In questo modo rischiamo sempre di passareper coloro che anzichè saltare l'ostacolo preferiscono evitarlo o addirittura passarci sotto. Noi italiani nonsiamo così, non meritiamo che i giornali stranieri ognivolta dicano di noi peste e corna. Molti non aspettano altroper farlo. Ma forse, e parlo dei nostri politici, dovremmo finalmente evitare di nasconderci e agire con maggiorerigore, evitare di recitare sempre il ruolo del furbetto di turno».

giovedì 27 marzo 2008

MI BATTERO' A SOSTEGNO DEI DIPENDENTI DI CONSOLATI E AMBASCIATE»

OCCORRE UNA RIFORMA RADICALE DEI SERVIZI A FAVORE DEI NOSTRI CITTADINI ITALIANI NEL MONDO: E QUESTO PUO' AVVENIRE SOLO ATTRAVERSO L'ATTESO RINNOVO DEL CONTRATTO DI DIPENDENTI DEL MAE CHE LAVORANO ALL'ESTERO.

A pochi giorni dal voto si fa sempre più difficile la situazione dei lavoratori italiani di Ambasciate e Consolati che dipendono direttamente dal nostro Ministero degli Affari Esteri. Il Governo non mostra fin ora alcun segnale dicedimento sull'annosa questione relativa alle diverse problematiche che affliggono questa categoria, la cui attività è fondamentale per i bisogni quotidiani dei nostri connazionali sparsi nel mondo. Un braccio di ferro, quello fra i dipendenti esteri del MAE e la stessa Farnesina che rischia solo, in un momento così delicato per il futuro degli italiani nel mondo, di allargare a macchia d'olio il giustificato malcontento che già serpeggia da mesi all'interno del sindacato di categoria, il Confsal-Unsa/Esteri che ormai da mesi attraverso i propri portavoce in Europa ha lanciato l'allarme rispetto all'atteggiamento di un Ministero degli Esteri che invece sembra sordo a qualunque tipo di trattativa. A tal proposito il candidato per il PDL nella Circoscrizione Europa, Salvatore Albelice, da sempre vicino alle problematiche che riguardano i lavoratori di consolati e ambasciate, sostenitore di un indispensabile rinvigorimento delle strutture al servizio dei nostri italiani all'estero, analizza in maniera molto attenta quanto sta accadendo, proponendo un urgente tavolo di concertazione attraverso il quale non solo si possa venire incontro alle esigenze più basilari dei dipendenti MAE ma soprattutto si possa garantire loro quella meritata tutela economica attraverso la tanto attesa riqualificazione del loro contratto di lavoro. «Mi sembra davvero paradossale, commenta Albelice, che a pochi giorni dal voto con la necessità di un clima sereno i lavoratori dipendenti del MAE attraverso il loro sindacato siano praticamente costretti ad annunciare quasi ogni giorno il loro stato di agitazione rispetto ad una situazione che li vede penalizzati sotto ogni punto di vista. Qui non si tratta solo, continua Albelice, della necessità di un adeguamento contrattuale che dia più serenità a figure professionali la cui attività è indispensabile per la vita dei nostri italiani nel mondo, ma il problema è ben più profondo. Un paese civile che si rispetti, una classe politica che sostiene di tenere a cuore le esigenze dei propri connazionali all'estero, non si può assolutamente permettere poi di non risolvere enormi carenze strutturali di ambasciate e consolati che rappresentano praticamente il cuore pulsante della vita dei nostri emigrati. Prendo atto con sommo rammarico che il Mae si rifiuta - continua ancora Albelice, - di adottare le riforme richieste, in questo caso non solo garantire ai propri lavoratori un contratto più duraturo ed economicamente più adeguato ai costi della vita ma anche la riqualificazione del personale e la migliore organizzazione del medesimo. Rispetto ad altri paesi europei infatti i dipendenti italiani del MAE che lavorano all'estero risultano fra i peggiori per quanto riguarda la loro retribuzione. Inoltre i sindacati da tempo vanno chiedendo anche l'assunzione di elementi più qualificati. Ho ricevuto qualche giorno fa - dice ancora Albelice - un vero e proprio dossier che analizza in modo allarmante quanto accade in ambasciate e consolati. In pratica in Italia siamo al paradosso: ci sono persone sbagliate al posto sbagliato in tutti i settori della vita pubblica e questo si ripercuote inevitabilmente sul cittadino. I sindacati che tutelano gli interessi dei dipendenti della Farnesina da tempo vanno predicando la necessità di assunzioni più mirate: occorre insomma personale qualificato, persone giuste al posto giusto, affinchè i servizi offerti ai nostri italiani nel mondo possano essere più efficienti e affinchè non si sobbarchi di eccessive responsabilità chi già lavora da tempo in queste strutture e, ironia della sorte, vive con ansia e incertezza perchè non conosce il proprio futuro lavorativo». Albelice insomma chiede che finalmente chi sarà eletto come deputato all'estero si batta in prima persona per una riforma radicale della vita di consolati, ambasciate e anche di altri organismi importanti come gli istituti di cultura, a cominciare dal rinnovo contrattuale, per qualità e quantità, dei dipendenti del MAE, per poi passare ad una migliore organizzazione strutturale del lavoro e ancora alla possibilità di nuove assunzioni attraverso scelte mirate. Il tutto - conclude Albelice - perchè finalmente chi starà al Governo, eletto all'estero, dimostri di avere a cuore l'interesse del proprio elettorato, non cadendo e svilendosi in un pericoloso immobilismo frutto di una politica che non bada più alle esigenze della gente. E' arrivato il momento, speriamo, dei cambiamenti tanto attesi».

martedì 25 marzo 2008

LA LINGUA ITALIANA ALL'ESTERO.

CULTURA E LINGUA ITALIANA ALL'ESTERO: LA PROPOSTA DEL CANDIDATO PER IL PDL SALVATORE ALBELICE.

"OCCORRE AUMENTARE IL NUMERO DELLE SCUOLE ITALIANE PER FAVORIRE L'INTEGRAZIONE E LA CRESCITA CULTURALE DEI NOSTRI CONNAZIONALI"


Salvatore Albelice, candidato alla Camera per il PDL nella circoscrizione Europa interviene sulla delicata questione dell'insegnamento della lingua italiana all'estero con un intervento mirato legato anche alla recente diatriba che ha visto protagonisti i candidati Micheloni (PD) e Romagnoli (PDL) durante un dibattito a Radio Colonia. Secondo Albelice la priorità in questo momento, per chi eletto all'estero andrà al Governo, sarà quella dibattersi per aumentare in maniera netta il numero delle scuole italiane nel mondo. L'insegnamento della lingua italiana ovunque sia necessario equivale secondo Albelice ad una maggiore diffusione della nostra cultura, soprattutto ad uno strumento indispensabile per favorire l'integrazione e la crescita dei nostri connazionali e delle nuove generazioni di italiani nel mondo. «Non posso che rallegrarmi delle buone intenzioni espresse dai candidati Micheloni e Romagnoli che sembrano gareggiare, in termini di proposte, per l'istruzione degli Italiani all'estero. Sono d'accordo con loro quanto all'importanza di entrambi gli aspetti evocati nel dibattito, penso tuttavia che il semplice insegnamento della lingua italiana e la diffusione della nostra cultura, che gli Istituti Itliani di Cultura realizzano poco, male e spesso addirittura in inglese, non siano adeguati e sufficienti né ai bisogni dei nostri concittadini all'estero, né all'immagine dell'Italia e al livello che le corrisponde in ambito culturale. Non solo gli Italiani all'estero hanno bisogno di vere e proprie scuole, a tutto raggio, dalle elementari alla maturità, perché la scuola dell'obbligo concerne tutti i cittadini italiani e non esclusivamente quelli residenti in Italia ma anche perché l'Italia non potrà mai competere con gli altri grandi Paesi europei, in seno all'Europa comunitaria, e assicurarsi il loro rispetto se continuerà a comportarsi come un Paese in via di sviluppo con le toppe al sedere e in perdita di identità. La mia proposta è di istituire scuole italiane ovunque la presenza di cittadini italiani lo renda utile e necessario con priorità assoluta per l'Europa dove, da una parte l'emigrazione, dall'altra il processo di integrazione in corso, comportano un importante flusso di circolazione e di insediamenti di cittadini italiani, a volte stabili ma spesso anche temporanei. Per quest'ultimo fenomeno, che va in crescendo, l'assenza di scuole italiane crea enormi disagi alle famiglie e reca pregiudizio all'istruzione dei giovani»

venerdì 21 marzo 2008

Difesa delle lingue ufficiali della Comunita' europea.


Salvatore Albelice sostenuto dall'Associazione per la difesa delle lingue ufficiali della Comunita' europea.

Bruxelles - Anna Maria Campogrande, Presidente dell'Associazione per la difesa delle lingue ufficiali della Comunità europea, da lungo tempo impegnata in favore della difesa della lingua italiana, in particolare in sede UE, interviene a sostegno del lavoro condotto da Salvatore Albelice, direttore di Ora Italia, candidato alla Camera sulla ripartizione Europa per il PDL. Campogrande sottolinea la "capacità di impegno per cambiare le ingiustizie, i pregiudizi e gli automatismi delle relazioni internazionali che ci discriminano" del candidato che gode del sostegno della Senatrice uscente Antonella Rebuzzi, capo lista, sulla stessa ripartizione, al Senato. "Salvatore Albelice è un uomo di grande sensibilità politica, intelligente, preparato, profondo conoscitore delle realtà dell'emigrazione, dei bisogni di tutti gli Italiani all'estero, cosciente della necessità di voltare pagina, di restituire all'Italia il livello che le compete, anche in sede europea, dove sono stati commessi errori fondamentali, e diffondere una nuova immagine del nostro Paese, più vicina al modello di civiltà che ci distingue e che brilla di luce propria".

L'INFORMAZIONE ITALIANA ALL'ESTERO. «UNITI PER CRESCERE»


SALVATORE ALBELICE E L'INFORMAZIONE ITALIANA ALL'ESTERO:
«UNITI PER CRESCERE»

ALLARGHIAMO I CONTRIBUTI ANCHE AI SITI WEB OLTRE CHE AI GIORNALI, RADIO E AGENZIE, CREIAMO UNA COMMISSIONE AD HOC CHE IN MERITO ALLE RICHIESTE PER LE PROVVIDENZE DEL GOVERNO GIUDICHI LA REALE QUALITA' DEI MEDIA, UNA COMMISSIONE FATTA DI GIORNALISTI ED EDITORI ITALIANI NEL MONDO, APOLITICA. ABBATTIAMO IL MURO DELLE LOBBIES, FACCIAMO IN MODO CHE ANCHE LE PICCOLE REALTA', QUALORA LO MERITANO, POSSANO SOPRAVVIVERE.


Tra gli obiettivi principali della sua campagna elettorale c'è l'informazione italiana all'estero. Il recupero e la valorizzazione di uno degli strumenti più importanti per avvicinare i nostri connazionali nel mondo alla madrepatria:la comunicazione. L'informazione per gli italiani nel mondo è crescita, è cultura, è futuro. Salvatore Albelice, prima da giornalista e direttore del Mensile Ora Italia e poi ancora come responsabile dell'associazione Media Italia Belgio e adesso anche come candidato alla Camera per il PDL nella Circoscrizione Europa, non poteva non includere tra i punti fermi del suo programma quello delicato e attuale relativo all'informazione. Albelice fin ora non ha mai mancato di sottolinearlo, ma adesso vuole ancora di più parlare chiaro in tal senso, mettere sul piatto della bilancia le sue idee concrete per il futuro di giornali, radio, televisioni e siti web, con l'imperativo categorico di contribuire con il suo impegno a cambiare le cose, a svecchiare come dice lui un sistema "vetusto" che non premia realmente i meritevoli, nel quale non trovano spazio tutti, e che soprattutto ha perso di vista l'obiettivo numero uno: quello di realizzare una informazione di servizio, di utilità, una informazione che rappresenti un ponte fra l'Italia e l'Altra Italia. «Gli italiani all'estero hanno dentro un coraggio, una passione e una forza, dice Albelice, che non sono comuni. Sono loro il cuore pulsante dell'Italia. Sottovalutare le loro necessità e nelcontempo le loro potenzialità può essere lo sbaglio più grande da commettere. Per questo noi candidati nelle Circoscrizioni Estere dobbiamo pensare al loro benessere, non solo economico e sociale, ma anche culturale. Per questo mi batterò affinchè l'informazione italiana nel mondonon venga soggiogata da interessi di partito, non si svilisca nelle lobbies, quelle per intenderci di chi detiene il potere o comunque sta nelle grazie di chi occupa poltrone di primo piano e non consente ad altri, altrettantodesiderosi di fare giornalismo sano, di dover rimanere ai margini». Albelice ha prima di tutto in mente di allargare la fetta dei contributi anche al mondo del web ormai sempre più in primo piano, diretto e immediato: «Le provvidenze - dice - devono essere date non solo ai giornali e alle agenzie, ma anche ai siti web. Senza dimenticare ovviamente le radio. Loso che questo è stato detto più volte ma nessuno fin ora ha avuto il coraggio di abbattere quello che è un vero è proprio muro. I giornali, le radio, le televisioni, e quindi anche il mondo di internet possono costituire, insieme, una realtà che gli italiani all'estero saranno capaci di cogliere e recepire nel migliore modo possibile, e poi riutilizzare come bagaglio di esperienza e di cultura per far crescere le loro comunità e sostenere a loro modo la nostra Italia. Chi pensa che gli italiani nel mondo non siano interessati ai problemi della madrepatria o peggio ancora non ne capiscano le necessità commette un grosso errore. Diamo in mano ai nostri connazionali gli strumenti per avvicinarsi al paese di origine, mettiamoli nella condizione di guardare al futuro con ottimismo». Albelice ha intenzione di smuovere le acque, quelle che lui definisce senza peli sulla lingua, torbide e poco limpide dei contributi all'informazione italiana all'estero. «Non mi farò ingabbiare dalle regole della politica, agirò secondo coscienza. Voglio prima di tutto lottare per creare una commissione ad hoc che possa giudicare chi realmente merita di avere i contributi. La commissione deve essere apolitica, e deve essere composta da operatori del settore, da coloro che già vivono tutti i giorni sulla propria pelle il mestiere di giornalisti ed editori italiani nel mondo. Va premiata la qualità, come contenuti e anche come grafica, nel caso dei giornali, ovviamente non va penalizzato chi non ha grossi fondi per realizzare prodotti di alto livello ma che comunque con i mezzi a disposizione fa un buon lavoro. Piccole e grandi realtà vanno trattate alla pari, e poi finalmente ci vuole visibilità, chiarezza. Tutti devono poter conoscere, ogni anno, le cifre percepite da giornali e agenzie. Niente di segreto o di nascosto: se domani un editore o un cittadino vuole venire ad esempio a conoscenza dei fondi guadagnati da una agenzia, tanto per citarne una, come 9colonne, non deve correre il rischio di trovare la porta chiusa. O ancora tutti devono sapere le cifre che ruotano intorno a grandi realtà come Repubblica o Corriere della Sera. Fa male certo sapere che mentre grandi giornali arrivano anche oltre i 20 milioni di euro l'anno, altri, seppure più piccoli, rischiano di morire. La mia sarà una battaglia pulita, una lotta fatta unicamente per difendere gli interessi degli italiani nel mondo, per tutelare la pluralità di informazione. Mi auguro di trovare sostegno e appoggio in tanti editori e operatori del settore, perchè da solo non posso farcela, tutti insieme possiamo e dobbiamo migliorare l'informazione italiana nel mondo».

giovedì 20 marzo 2008

ALBELICE HA RISPOSTO ALLE DOMANDE DEGLI ASCOLTATORI.

IL CANDIDATO PER IL PDL ALLA CAMERA NELLA CIRCOSCRIZIONE ESTERO, SALVATORE ALBELICE, OSPITE DI RADIOHITALIA BELGIO. ALBELICE HA RISPOSTO ALLE DOMANDE DEGLI ASCOLTATORI E HA PARLATO DI SVARIATI ARGOMENTI INERENTI IL SUO PROGRAMMA COME IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE DELLA CULTURA E DELLA LINGUA ITALIANA E DEL RUOLO DELL'INFORMAZIONE ITALIANA ALL'ESTERO.

Un dibattito intenso sui principali temi della campagna elettorale ma soprattutto sulle questioni che stanno maggiormente a cuore agli italiani nel mondo. Un confronto a tre organizzato dalla emittente di Liegi, RadioHitalia Belgio, moderato con piglio e vivacità dal giornalista e direttore Lorenzo Ponzo, che ha visto la partecipazione di tre candidati alla Camera per la Circoscrizione Europa, Salvatore Albelice per il PDL, Davide Pernice per il PD e Calogero Nicoletti per l'UDC. Albelice durante le oltre due ore di diretta ha risposto alle numerose domande degli ascoltatori collegati non solo dalla provincia di Liegi ma da tutto il mondo in streaming, ribadendo i punti cardine del suo programma. Albelice ha parlato di recupero della lingua italiana in Europa e della necessità di ridare spessore alla cultura di casa nostra incrementando i fondi da parte del Governo per i corsi di italiano ma soprattutto allargando il numero delle scuole e intensificando come quantità e qualità le ore di lezione, per dare un futuro diverso ai nuovi italiani, per avvicinarli ancora di più alla madrepatria. Albelice ha poi toccato la delicata questione dell'informazione italiana all'estero, ribadendo la sua intenzione, qualora eletto alla Camera dei Deputati, di creare una commissione ad hoc che valuti con attenzione e rigore le richieste dei media italiani nel mondo in merito alla possibilità di ricevere un contributo dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma nel contempo Albelice ha ribadito che se da un lato sarà premiata solo la qualità e l'informazione cosiddetta di servizio che risponda alle esigenze dei connazionali all'estero, dall'altra ha confermato che si batterà fino in fondo per snellire le procedure burocratiche relative alle provvidenze, eliminando le cosiddette lobbies, allargando la fetta anche per le radio, e i siti web. Tutto a vantaggio di una italianità che deve crescere a dismisura in tutte le sue sfaccettature. Albelice ha toccato poi la questione dei connazionali meno abbienti, sollevando la necessità, in Belgio ma non solo, di creare vere e proprie case di riposo tutte italiane per gli anziani, centri di aggregazione,strumenti insomma in grado di stare vicino a chi ne ha bisogno sia come cure mediche ma anche e soprattutto dal punta di vista umano. Albelice infine ha ribadito il suo pieno appoggio alla Senatrice Antonella Rebuzzi, che dopo oltre due anni di esperienza di Governo, si ripresenta con il PDL in Europa per Palazzo Madama.

REBUZZI - ALBELICE ---- ACCORDO NEL PDL

CIRCOSCRIZIONE EUROPA: ACCORDO NEL PDL FRA LA SENATRICE ANTONELLA REBUZZI, RICANDIDATA A PALAZZO MADAMA, E SALVATORE ALBELICE, CANDIDATO PER LA CAMERA.

E' ufficiale in queste ore l'accordo e il pieno sostegno fra i due candidati nella Circoscrizione Europa per il Popolo delle Libertà, Antonella Rebuzzi da una parte per il Senato, e Salvatore Albelice dall'altra per la Camera. Per entrambi è la seconda esperienza consecutiva da candidati italiani all'estero, ma la Rebuzzi è anche senatrice in carica e trionfatrice nelle elezioni del 2006. Per lei quindi oltre due anni di esperienza al Governo in cui tra l'altro è risultata la parlamentare più presente fra quelli a Palazzo Madama. Ecco il commento di Antonella Rebuzzi dopo l'ufficializzazione dell'accordo: «Sono certa, dice la senatrice, che Salvatore Albelice è il candidato ideale per il Popolo della Libertà, nella Circoscrizione Europa alla Camera dei Deputati, per le sue qualità morali e capacità professionali, per il costante impegno dimostrato a favore degli italiani residenti all'estero». Così quindi si è espressa la Senatrice Antonella Rebuzzi dando il pieno supporto alla candidatura di Salvatore Albelice alla Camera dei Deputati: «C'è bisogno di persone fortemente motivate - continua la Senatrice - che possono apportare la propria esperienza imprenditoriale eumana al servizio dei nostri italiani residenti all'estero. Per questo, Salvatore, ha il mio pieno e completo appoggio. Insieme riusciremo a dare la giusta voce, il massimo di noi stessi». Così a sua volta Salvatore Albelice commenta l'accordo e l'appoggio alla Rebuzzi. «Non posso che essere orgoglioso del sostegno che una donna come Antonella Rebuzziha deciso di darmi e che io da parte mia le darò. La Rebuzzi di sicuro incarna alla perfezione le qualità morali che un deputato eletto all'estero deve avere. A parte la sua esperienza maturata al Senato, è una grande imprenditrice, una donna che si è battuta molto per gli interessi del suo elettorato e non solo, pronta quindi ad intraprendere nuove e concrete iniziative per il futuro dei nostri connazionali nel mondo».

mercoledì 19 marzo 2008

LE MULTINAZIONALI DEL MADE IN ITALY.

GLI ITALIANI NEL MONDO E LE MULTINAZIONALI DEL MADE IN ITALY: ALBELICE SCRIVE UNA LETTERA AI NOSTRI CONNAZIONALI ALL'ESTERO.

Nessuno mai ha apertamente detto come stanno le cose: nessuno mai, forse per non andare incontro ad interessi e poteri forti, ha veramente avuto il coraggio di denunciare quanto sto per dire. Vorrei parlarvi, e mi rivolgo a voi elettori, ma anche a tutti i cittadini italiani, di quale è stato in passato e di quale è ancora oggi il rapporto fra i nostri connazionali all'estero e le grandi aziende, mi riferisco alle grandi multinazionali italiane che soprattutto in Europa ma anche fuori dal nostro continente guadagnano fior di milioni di euro ogni anno, e non ho paura a dirlo, sulle spalle dei nostri emigrati e delle nuove generazioni di italiani. Perchè bisogna parlare chiaro: il contributo che gli italiani all'estero sono stati capaci di dare, come consumatori, ma anche come sponsor, ad aziende che solo per fare un esempio operano nel settore automobilistico o in quello della gastronomia, è enorme. Il made in Italy, che sicuramente rappresenta il fiore all'occhiello della nostra economia e merita di essere valorizzato a dovere anche per rilanciare l'immagine del nostro paese, deve molto, moltissimo, agli italiani nel mondo. Solo per fare un esempio: lo sappiano noi ogni anno quante auto vende la Fiat in Europa? Certo non poche. Lo sappiamo quanto gli italiani nel mondo amano vestirsi, mangiare italiano, pensare italiano. E' un modo per sentirsi vicini alla loro terra, per non abbandonare le loro origini. Le grandi multinazionali che investono gran parte dei loro capitali nel mercato estero, devono molto, moltissimo ai nostri emigrati. Ma cosa hanno fatto queste aziende dai patrimoni ingenti e incalcolabili per i nostri connazionali? Davvero si sono preoccupate del loro benessere e del futuro dei loro figli? Mi potreste rispondere dicendo che il business è business, è vero, che qui comanda il "dio denaro", eppure io non la penso così e non sono il solo. Vorrei citarvi solo qualche esempio: ogni anno, in ogni parte del mondo, le aziende italiane, in collaborazione con le nostre Camere di Commercio dislocate in ogni luogo organizzano eventi e workshop per rilanciare la vendita dei loro prodotti. E questo è importante, tutto ciò è innegabile. Ma al benessere di noi italiani all'estero chi ci pensa? Quello che abbiamo dato in questi anni alla Fiat, alla Barilla, solo per citare qualche nome, in termini di introiti e di immagine è tantissimo. Noi italiani nel mondo siamo i primi con le nostre spese ad incrementare i guadagni delle aziende di casa nostra per non parlare del cosiddetto indotto, cioè del denaro che per anni i nostri emigrati hanno mandato a casa. E qual è il contraccambio che ne abbiamo ricevuto? I consolati chiudono, mancano le strutture per gli anziani, i figli e i nipoti dei nostri emigrati non vengono aiutati e sostenuti, le scuole di lingua italiana dovrebbero essere molte di più, senza contare che a noi cittadini europei, pur non residenti piu nel nostro paese, l'Italia fa pagare anche le tasse per l'immondizia. Vi pare equo tutto questo? Gli italiani all'estero sono il veicolo portante per il rilancio del made in Italy sono e saranno sempre come degli enormi pannelli pubblicitari viventi. E' facile e banale dire che sono gli stranieri che comprano di piu i prodotti italiani. Niente di più falso: sono i tanti connazionali sparsi nel mondo, con la loro presenza e la loro cultura, ad accrescere l'immagine e gli introiti del cosiddetto Sistema Italia. In cambio? In cambio queste grandi aziende a mio modo di vedere ci hannosolo sfruttato. Invece adesso le cose devono cambiare. Occorre un sano "do ut des". Chi andrà al Governo, eletto all'estero, deve far sentire la sua voce anche presso queste multinazionali del Made in Italy. Promuovere seminari di lavoro, corsi di formazione, stage, fare in modo che i figli dei nostri emigrati possano ricevere in cambio quello che i loro genitori negli ultimi 30 anni hanno dato. Sarebbe un modo per ripagare i connazionali nel mondo dei loro sacrifici. E qualcuno ha ancora il coraggio di dire che il voto degli italiani all'estero non serve perchè chi vive lontano dalla madrepatria ormai ha perduto il contatto con la realtà di casa nostra e non ne conosce i problemi? Io penso invece che chi dice questo vive fuori dal mondo.

ALBELICE OSPITE DI RADIOHITALIA.

SALVATORE ALBELICE OSPITE DI RADIOHITALIA BELGIO, IN UN DIBATTITO FRA CANDIDATI.

Il candidato alla Camera per il PDL nella Circoscrizione Europa, Salvatore Albelice, sarà ospite domani dellaemittente RadioHitalia Belgio, la radio che da tanti anni,sotto la brillante direzione di Lorenzo Ponzo, informa iconnazionali del Belgio e non solo. Albelice prenderà parte ad un importante dibattito politico in cui sarannopresenti anche candidati di altri schieramenti: si parleràdel voto degli italiani all'estero, dei problemi dell'Italiadi oggi e soprattutto della realtà italiana in Belgio a pochi giorni dal voto del 13 e 14 aprile. Ricordiamo cheRadioHitalia si può ascoltare anche in tutto il mondo in streaming collegandosi al sito www.radiohitalia.com. Naturalmente la frequenza per ascoltare la trasmissione di Radio Hitalia per la provincia di Liegi è 97,4 FM. Si informa inoltre che il candidato alla Camera per il PDL,Salvatore Albelice, risponderà alle domande degli ascoltatori chiamando il numero di telefono 00.32 (0)4247.48.48.

martedì 18 marzo 2008

LA TRISTE REALTA' DEGLI ITALIANI IN BELGIO.


LA TRISTE REALTA' DEGLI ITALIANI IN BELGIO RACCONTATA DAL CANDIDATO PER IL PDL ALLA CAMERA, SALVATORE ALBELICE.
OLTRE IL 21 PER CENTO DEI NOSTRI CONNAZIONALI VIVE IN POVERTA', LO RIVELA IL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI BELGA: SITUAZIONE ALLARMANTE.



Sono arrivati oltre 50 anni fa, la maggior parte perlavorare nelle miniere o nelle fabbriche. Hanno contribuito,come è accaduto in tanti paesi del mondo, con il lorolavoro e i loro sacrifici, soprattutto la loro grandeumanità, a rilanciare l'economia e anche l'immagine di unaterra come il Belgio che oggi, nel 21esimo secolo, èdiventata la culla della multicultura. A raccontarci ildifficile presente ma soprattutto l'angosciante futuro dimolti nostri connazionali che vivono fra fiamminghi evalloni è Salvatore Albelice, candidato per il PDL allaCamera nella Circoscrizione Estero. Un presente le cui cifresono a dir poco allarmanti: secondo il Ministero degliAffari Esteri belga il 21 per cento degli italiani emigratidi prima generazione che vivono in Belgio è costretto aduna esistenza difficile se non impossibile, addirittura aldi sotto della soglia della povertà. Ma davvero lasituazione degli italiani in Belgio over 65 è cosìpreoccupante? Albelice che affronta tutti i giorni iproblemi della comunità italiana visto che è residente aBruxelles dal 1984 e fa parte da tempo dell'associazionismonon ha dubbi a tal proposito e anzi ci descrive unasituazione diventata insostenibile. «Sembra assurdo ma ècosì. I dati del Ministero degli Affari Esteri sonopurtroppo reali, anzi direi che gli italiani in seriadifficoltà arrivano ben oltre il 21 per cento. Qualefuturo allora mi chiedo c'è per i nostri connazionali chevivono qui? La maggior parte, e mi riferisco a quelli chesono emigrati qui almeno 50 anni fa, hanno dato tantissimoal Belgio, gli italiani il Belgio lo hanno praticamentecostruito con le loro mani, con il sudore della loro fronte,ma oggi hanno superato i 70 anni, magari sono rimasti soliperchè hanno perso la loro compagne, i figli li hannolasciati perchè sono diventati adulti e si ritrovanocostretti a spendere gli ultimi anni della loro vita in casedi riposo dove l'umanità e la mancanza di accoglienzaaccelerano una fine che definirei triste e amara. Non èuna favola, dice Albelice, non è purtroppo una storia dalibro cuore, ma è realtà. Non è facile - continuaAlbelice - dire di chi sono le colpe. Ma di sicuro vannodivise equamente fra il nostro Governo e quella belga. Primadi tutto non esistono case di riposo italiane qui in Belgioed è questo uno degli elementi più gravi che peggioraquesta situazione. Immaginate un anziano, italiano, che nonparla nè francese nè fiammingo e che magari conosce soloil dialetto della sua regione di origine costretto aspendere gli ultimi anni della sua vita in una casa diriposo straniera. Nessuno con cui parlare, un'alimentazionediversa da quella a cui è abituato. Possono sembrarebanalità ma per un italiano sono cose importanti. Negliultimi anni il Governo belga ha fatto tantissimo perconsentire ai tanti stranieri che sono arrivati qui,soprattutto nordafricani, di integrarsi. E gli italiani? Chisi ricorda e fa qualcosa per gli italiani? Il passato erafatto di lavoro, di sacrifici, di discriminazione. Losappiamo bene come ci hanno accolto in tanti paesi europei,quando davanti ai bar era scritto in francese o tedesco"Vietato l'ingresso ai cani e agli italiani". Non èretorica, non è la solita storia dell'emigrato con lavaligia di cartone. Oggi il presente è triste,tristissimo. Nessuno dimentica le tante vite che i nostriconnazionali hanno sacrificato in nome del loro lavoro,nessuno dimentica i morti di Marcinelle ma non solo: gliitaliani però in fondo, almeno i primi emigrati, questaè l'amara verità, non si sono mai davvero integrati quiin Belgio perchè non sono stati messi in condizione difarlo. Il cordoglio, la commozione non bastano. Le parole dasole non fanno nulla. Il governo italiano da parte sua nonha mai contribuito al miglioramento della vita dei nostriconnazionali in Belgio. Non esistono come detto case diriposo tutte italiane, nessuno tutela i nostri anziani epensa al loro sostentamento in caso di necessità, certonon il Governo belga che preferisce occuparsi di altristranieri, magari tutelati maggiormente dai loro paesi diorigine. Spesso le istituzioni del Belgio vengono accusatedi essere razziste. Ebbene secondo me questo razzismo e lodico chiaro si è manifestato e si manifesta solo verso noiitaliani ed europei, che in fondo siamo i più deboli e ipiù soli fra gli emigrati venuti qui per cercare fortuna.Ci vuole impegno, ci vogliono strutture e leggi capaci difavorire l'aggregazione fra italiani. Per questo dico che lasinistra, e con essa i Comites e il Cgie invischiati nellatenaglia della politica e degli interessi di parte hannofatto poco, pochissimo. I deputati eletti in Europa cheandranno al Governo dovranno rimboccarsi le maniche ancheper gli italiani in Belgio, fare qualcosa per loro e per iloro figli, per il recupero della lingua e della culturaitaliana, creando strutture adeguate e corsi di formazione,insomma dando ai tanti connazionali un segnale forte diimpegno che fin ora non c'è stato.

lunedì 17 marzo 2008

IL RAPIMENTO MORO.


ALBELICE RICORDA IL RAPIMENTO MORO: PECCATO PER LA MANCATA PRESENZA DI NAPOLITANO.


«Trent'anni come ieri, 30 anni sono trascorsi dal quel 16 marzo 1978, il giorno di via Fani, quando Aldo Moro fu rapito dalle Brigate Rosse, trent'anni cominciati con uno dei sequestri più angoscianti della storia recente, trent'anni di cronaca nera, di processi, di messaggi di cordoglio, di commozione, di dolore mai sopito, ma soprattutto trent'anni di ombre che nessuno è stato capace fin ora di cancellare». Con queste parole Salvatore Albelice, candidato alla camera per il PDL nella circoscrizione Europa si unisce al dolore dell'Italia e dei connazionali nel mondo nel ricordare la data in cui cominciò l'incubo di Aldo Moro, l'incubo di tutta l'Italia, un incubo che non ha mai avuto fine, con un epilogo altrettanto tragico, il ritrovamento del cadavere dell'esponente DC in quella Renault 4 in via Caetani, emblematicamente a pochi passi da Piazza del Gesù e da via delle Botteghe Oscure dove Moro trascorse i momenti più importanti della sua vita. «Mi unisco al dolore della figlia, continua Albelice, dei parenti, degli italiani tutti, anche dei nostri connazionali nel mondo che al di là dell'appartenenza politica hanno sempre visto in Moro una persona leale che sapeva fare politica e sapeva battersi per gli interessi degli altri. A nome anche degli Azzurri nel Mondo Belgio non posso che rivolgere il mio abbraccio alla famiglia dello statista, nella speranza che a distanza di tanti anni venga fuori finalmente la verità, quella verità fin qui sempre nascosta che però nessuno di noi nel suo piccolo ha rinunciato a cercare. Vorrei inoltre sottolineare come in un giorno così importante sia però mancata a via Fani, davanti alla lapide di Moro, la presenza del nostro presidente della Repubblica impegnato in una visita di stato in Cile. Da italiano avrei preferito che lui fosse stato presente, secondo me è un vero peccato, sarebbe bastato spostare di un giorno il suo viaggio in Sudamerica».

IL GENOCIDIO CULTURALE DELLA CINA.


IL GENOCIDIO CULTURALE DELLA CINA AI DANNI DEL TIBET:
LA CONDANNA DI SALVATORE ALBELICE, CANDIDATO ALLA CAMERA PER LA CIRCOSCRIZIONE ESTERO.


Tra poche ore scadrà l'ultimatum della Cina nei confronti del Tibet. Cosa accadrà? Sono momenti di angoscia e tensione, non solo in Oriente ma in tutto il mondo, per le conseguenze disastrose di quello che il Dalai Lama ha definito come un vero e proprio genocidio culturale che va avanti ormai da anni. A tal proposito, Salvatore Albelice, candidato alla Camera per il PDL nella circoscrizione Europa e attento osservatore da sempre delle situazioni di politica internazionale che hanno e possono avere risvolti diretti con l'Italia e l'Europa, commenta: «Nel vecchio continente regna il silenzio più assoluto. Cosa succede? I morti e i feriti non bastano ancora? Si ha davvero così tanta paura della Cina? E ci sono ancora persone che dopo tutto questo amano con orgoglio definirsi comuniste? E' sotto gli occhi di tutti, continua Albelice, che il governo cinese sta mettendo in atto un vero e proprio aborto. Solo Pechino ormai riesce ancora a nascondere a se stesso la verità su ciò che sta avvenendo in Tibet. Peccato che il governo sia ormai l'unico a credere alle proprie parole, nemmeno i cinesi hanno più dubbi su ciò che sta avvenendo in questo paese martoriato. Da anni. Credo, prosegue Albelice, che la comunità internazionale, l'Unione Europa, debbano assolutamente intervenire e fare qualcosa per fermare questo scempio prima che sia troppo tardi. E' palese che la Cina voglia distruggere il Tibet e che voglia farlo anche nel minor tempo possibile. In questi anni ho visto accadere cose assurde. In tanti paesi europei, come anche in Belgio, il Dalai Lama non è stato accolto per timore che la Cina potesse reagire. E ora leggo attraverso le agenzie e i commenti degli esperti di politica che sarebbe opportuno fermare le Olimpiadi. Ma vi rendete conto? Si permette alla Cina di agire indisturbata nei confronti del Tibet, di attuare una politica che non è certo l'esempio della limpidezza e della correttezza, e non solo nei confronti della propria gente ma anche per quanto riguarda questioni delicate come l'economia. Il made in China ha invaso il mondo mettendo a repentaglio la vita di tantissime aziende. Sono 50 anni che Pechino ha invaso Lhasa, sono 50 anni che non rispetta i diritti umani, che discrimina, che offende. Che uccide, anche. E adesso, all'improvviso, si vogliono coinvolgere i Giochi? Le Olimpiadi sono il simbolo dello sport e della cultura, non si può rubare il sogno a decine di migliaia di giovani che hanno speso una vita, in senso sportivo, per arrivarci. Troppo facile colpire gli interessi altrui, mai i propri. La Cina va fermata ma lasciamo stare i giochi olimipici».

venerdì 14 marzo 2008

L'ECATOMBE DEI CRISTIANI IN MEDIORIENTE.


L'ECATOMBE DEI CRISTIANI IN MEDIORIENTE, LA CONDANNA E IL CORDOGLIO DI SALVATORE ALBELICE DOPO LA MORTE DEL VESCOVO FARAJ RAHOO.

La morte dell'arcivescovo caldeo Faraj Rahho, trovato senza vita dopo essere stato rapito, nei pressi di Mosul, in Iraq, rilancia in maniera drammatica la delicata situazione dei cristiani in Medioriente. «I cattolici che dimorano a Baghdad, ma non solo, commenta con dolore il candidato del Popolo delle Libertà, Salvatore Albelice, si trovano a vivere come su una polveriera. La loro vita è appesa a un filo, e la loro unica colpa è quella di essere cristiani. Dal 1991 a oggi, osserva Albelice, dopo la guerra del Golfo, ben 150 mila cristiani iracheni, ovvero circa un sesto del totale, sono stati costretti a emigrare in occidente per sfuggire alle persecuzioni, alle repressioni e alle torture degli uomini di Saddam. Oggi nulla è cambiato. La pericolosa espansione della religione musulmana nel mondo ha reso ancora più delicata la situazione dei cristiani in quei territori dove l'Islam da sempre è la religione predominante. L'intolleranza, il fanatismo la fanno da padroni, e il cattolico è visto come un infedele, da distruggere, da cancellare con il sangue. Non è una esagerazione, i dati parlano chiaro». Albelice, da sempre grande osservatore dei problemi del Medioriente e del grande allargamento, a macchia d'olio, registrato negli ultimi 20 anni dai musulmani, in tutto il mondo, lancia ancora una volta l'allarme. «Le statistiche dicono che mentre storicamente il loro dominio in Medioriente è da sempre incontrastato, resto anche l'Occidente avrà più musulmani che cristiani. Da parte della nostra coalizione di Centro Destra non c'è mai stata nessuna forma di pregiudizio nei confronti dell'Islam. Anzi il nostro è sempre stato un invito al dialogo e alla tolleranza. Ma non possiamo non condannare la violenza e qualsiasi forma di prevaricazione. Soprattutto in casa nostra. Mi meraviglio, continua Albelice, di come dalla sinistra arrivino davvero raramente messaggi di allarme nei confronti della situazione dei cristiani in Iraq e in Medioriente. Tutto è davvero assurdo. Mentre in Iraq i cristiani sono costantemente in pericolo di vita, in Europa, aumentano a dismisura le moschee, segnale della grande espansione dei musulmani e della grande tolleranza di noi cattolici. Ma mi chiedo: chi è indifferente nei confronti di questi problemi oppure chi difende e accetta l'aumentare delle moschee in Italia e in Europa ha mai provato a rendersi conto di cosa accadrebbe se ci fosse, dall'altra parte, un tentativo così massiccio di erigere chiese cattoliche in Medioriente? Penso che la risposta sia davvero scontata».

giovedì 13 marzo 2008

ALBELICE RISPONDE A LUCIANO NERI.


SALVATORE ALBELICE RISPONDE A LUCIANO NERI SULLE CRITICHE ALLA CANDITURA DI ESTEBAN JUAN CASELLI.

«Non posso accettare - dice Salvatore Albelice, candidato alla Camera per il PDL nella Circoscrizione Europa - gli attacchi gratuiti di Luciano Neri nei confronti del candidato al Senato del Popolo delle Libertà in Sudamerica, Esteban Juan aselli. La Sinistra come al solito non solo non risparmia colpi bassi ma non si smentisce. La mia presa di posizione e replica nei confronti di Neri, continua Albelice, non nasce per un atteggiamento di difesa legato a spirito di partito nei confronti di Caselli ma piuttosto a motivazioni ben più profonde, alla consapevolezza e nel contempo profonda amarezza nel constatare che i nostri avversari non fanno che cadere negli sgradevoli errori del passato. Perchè Neri e i suoi compagni invece di criticare i candidati del PDL non guardano ai propri errori del recente passato e alle proprie scelte che per usare un eufemismo definirei non proprio del tutto "felici" e limpide? . Chi se non la sinistra infatti si è permessa non piu tardi di due anni fa di candidare unpersonaggio come Caruso al governo poi puntualmente eletto? Per non parlare dei tanti ex brigatisti che grazie al "perdono" dei loro amici e compagni oggi occupano posti di rilievo in società e non solo. Proprio a proposito di personaggi nell'orbita della sinistra che si sono macchiati in passato di azioni non certo onorevoli per non dire peggio, sarebbe proprio il caso di dire che in fondo non sono che altro che i loro figli spirituali. La Sinistra li ha partoriti, accudi e nutriti. Allora prego il signor Neri e i suoi amici di guardare in casa proprio e di non sparare a zero sui candidati del Popolo delle Libertà. Ne hanno tanti di scheletri nell'armadio a cui badare. Conviene a tutti secondo me sin da ora pensare a creare un clima sereno in cui lo spirito comune, al di la della propria appartenenza politica, in questa campagna elettorale, sia quello di lavorare solo per il benessere degli italiani nel mondo».

LA QUESTIONE DELL'ESPERANTO



SALVATORE ALBELICE, CANDIDATO ALLA CAMERA NELLACIRCOSCRIZIONE EUROPA PER IL PDL, RISPONDE SULLA QUESTIONE DELL'ESPERANTO

La Federazione Esperantista Italiana, mi ha fatto avere,nella mia qualità di candidato alle elezioni italiane, unaserie di domande tendenti a conoscere la mia posizionesull'adozione dell'esperanto, in quanto lingua veicolaree materia di insegnamento, alle quali avrei dovutorispondere semplicemente "Condivido" o "NonCondivido". Vista la difficoltà di essere cosí categorici in una materia tanto importante e sensibilequanto la questione linguistica europea, mi sono sentito indovere di riformulare un minimo le mie risposte. Le domandee le risposte sono riportate di seguito.
Salvatore Albelice - Candidato per laRegione Europa

Domande ai candidati delle elezioni 2008La preghiamo di indicarci, per ciascuna delle seguentiaffermazioni, qual è la Sua opinione, sottolinenandol'alternativa adatta e ci faccia riavere il foglio.
Esperanto Italia -Federazione Esperantista Italiana
Via Villoresi, 38, 20143 Milano

1. Ogni popolo si identifica nella sua lingua. Ogni linguaè lo specchio di una cultura. Non c'è lingua senzacultura, non c'è cultura senza lingua. La diversitàculturale (e linguistica) è una ricchezza. Tutte le linguee tutte le culture hanno la stessa dignità e vannotutelate e difese dal rischio dell'estinzione.

Risposta di Salvatore Albelice:
Non si può dire semplicemente Condivido o Non Condivido,se è vero che la diversità linguistica e culturale èuna ricchezza, non è altrettanto vero che tutte le linguee tutte le culture hanno lo stesso livello e la stessaimportanza in quanto patrimonio dell'Umanità.

2. La globalizzazione è un processo umano e spetta agliuomini indirizzarne il corso verso sbocchi più compatibilicon il diritto di tutti i popoli di conservare la propriaidentità e la propria cultura.

Risposta di Salvatore Albelice:
In questo caso Condivido.

3. L'Unione Europea e le Nazioni Unite formalmente si fannopaladine del multilinguismo, affermando in modo ufficiale laparità dei diritti di tutte le culture e di tutte lelingue; anzi, l'Unione Europea accetta come lingue ufficialitutte le lingue ufficiali dei Paesi membri. Ma nei fattiviene sistematicamente operata una pesante discriminazione afavore dei popoli più forti (ad esempio nelle lingueutilizzabili per i concorsi di assunzione negli uffici dellaUE). Questo atteggiamento si sta estendendo a macchia d'olionelle istituzioni europee, favorendo i parlanti madrelinguadelle lingue dominanti e negando, quindi, pari opportunitàa tutti i cittadini europei.

Risposta di Salvatore Albelice:
Non è corretto fare un "amalgame" tra l'UnioneEuropea e le Nazioni Unite che hanno scopi e funzioniestremamente diverse e bisogni radicalmente diversi inmateria di lingue.

4. È ormai tempo di affrontare con serietà la complessaproblematica della comunicazione internazionale (?) nellaUnione Europea e nel mondo, studiando una politicalinguistica rispettosa dei principi di democrazia, la cuiattuazione potrebbe arginare il fenomeno della"desertificazione linguistica" che, secondo l'Unesco, sitrova già in fase avanzata di sviluppo e rischia dideterminare in meno di un secolo la morte della metà dellelingue attualmente parlate nel mondo. Appare improcrastinabile valutare in modo concreto la possibilitàdi utilizzo, nelle istituzioni internazionali, di una linguaponte, non escludendo a priori l'ipotesi di linguepianificate, come ad esempio l'esperanto. Una lingua ponte,particolarmente se neutrale, potrebbe costituire unasoluzione decisiva al problema delle traduzioni egarantirebbe a tutti i popoli un'effettiva parità.

Risposta di Salvatore Albelice:
Ci sono già abbastanza lingue, alcune dalle quali moltobelle, cariche di storia e di cultura, sarebbe un peccatosacrificarle a beneficio di una lingua artificiale e"neutra". Una lingua "neutra" non è una linguaperché non ha identità ed è, a mio avviso, pericolosaperché tende a sterilizzare il pensiero e la creatività.

5. Anche in Italia è necessaria l'elaborazione di unaseria politica linguistica, che in primo luogo tenda adifendere, in linea di diritto ed in linea di fatto, ladignità e i diritti della lingua italiana, come di tuttele altre lingue; e, in secondo luogo, favorisca, nellascuola, l'insegnamento di una pluralità di lingue cheallarghi lo spettro delle possibili opzioni alle lingueeuropee ed extraeuropee, non escludendo una lingua pianificata come l'esperanto.

Risposta di Salvatore Albelice:
Sono d'accordo quanto al fatto che la scuola deve offrirel'insegnamento di una pluralità di lingue, inparticolare di lingue degli Altri Stati Membridell'Unione, al fine di creare una viva e vera culturaeuropea, una più profonda conoscenza tra i popoli europeie soprattutto una identità allargata, una nuova coscienza.Escluderei, tuttavia, l'esperanto.

6. Se eletto, Lei sarebbe disponibile a collaborare con laFederazione Esperantista Italiana da una parte e con il Ministero della Pubblica Istruzione dall'altra perchél'Italia si faccia promotrice di una politica linguisticapiù giusta?

Risposta di Salvatore Albelice:
Non lo ritengo utile e opportuno nell'interesse del popoloitaliano.
PS) Mi permetto di aggiungere che il modo di porre le domande, arullo compressore, come se si trattasse di dogmi di fede, diispirazione un po' staliniana, può arrecare un certodisagio all'intervistato.

RISANAMENTO E CRESCITA DELL'ITALIA

Salvatore Albelice

PROGRAMMA PER IL RISANAMENTO E LA CRESCITA DELL'ITALIA

SVILUPPO
Detassazione degli straordinari, premi e incentivi legati alla produttività, detassazione progressiva della tredicesima, un'azione sull'Iva (versamenti solo a fattura incassata, rimborsi entro 60-90 giorni, progressiva abolizione di quella sul turismo), nonché una progressiva abolizione dell'Irap. Del capitolo rilancio fanno parte anche le infrastrutture (si ripropongono la legge obiettivo e le grandi opere a partire da Ponte sullo Stretto e Tav) e capitoli sono dedicati al tema rifiuti (con la promozione di raccolta differenziata e la realizzazione di termovalorizzatori), al rilancio del traporto aereo, e alla partecipazione ai progetti nucleari europei. Altri punti forti della 'mission-rilancio' sono legge Biagi e sicurezza sul lavoro, liberalizzazioni, sostegno al 'made in Italy', riorganizzazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione.

FAMIGLIA E GIOVANI
Il punto di forza è "meno tasse": eliminazione dell'Ici sulla prima casa, introduzione progressiva del quoziente famigliare, abolizione delle tasse disuccessione e sulle donazioni reintrodotte da Prodi, progressiva diminuzione della pressione fiscale sotto il 40% del pil, lotta all'evasione, progressiva tassazione separata dei redditi da locazione. All'emergenza abitativa, peraltro, viene dedicato un intero capitolo dal titolo "una casa per tutti" che, come già era emerso, prevede un "piano casa" per la costruzione di alloggi, riduzione dei mutui, piano di riscatto degli alloggi pubblici, una legge obiettivo per le zone urbane svantaggiate. Altri punti di forza: reintroduzione del 'bonus bebe', riduzione dell'Iva sui prodotti per l'infanzia, interventi per la scuola, aumento delle pensioni più basse, stabilizzazione del 5 per mille, no a leggi che favoriscano forme di eutanasia. Per i giovani, in particolare, si pensa a un periodo di 'no tax' per le nuove iniziative imprenditoriali giovanili, ma anche a garanzie pubbliche per il "prestito d'onore" e un "bonus locazioni".

SICUREZZA E GIUSTIZIA
Aumento delle risorse e maggiore presenza delle forze dell'ordine sul territorio, no a sanatorie dei clandestini, apertura di nuovi Cpt, conferma della Bossi-Fini, lotta al terrorismo interno e internazionale, tutela dell'ordine pubblico dagli attacchi alla legalità dei vari "disobbedienti" eaumento delle pene per i reati di violenza contro le forze dell'ordine. Più giustizia: riforma dei codici, giusto processo; aumento delle risorse; certezza della pena; inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne; costruzione di nuove carceri; rafforzamento della distinzione delle funzioni nella magistratura; limitazione dell'uso delle intercettazioni al contrasto dei reati più gravi; divieto della diffusione e della pubblicazione delle intercettazioni, con pesanti sanzioni a carico di tutti coloro che concorrono alla diffusione e pubblicazione; riforma della responsabilità penale, civile e disciplinare dei magistrati; completamento della riforma del Codice di Procedura Civile.

SERVIZI AI CITTADINI
Sanità: eliminazione delle liste d'attesa; rinnovo tecnologico e nuove strutture ospedaliere; trasparenza nella scelta dei manager; revisione della legge 180 per il trattamento sanitario obbligatorio dei disturbati psichici; attuazione della legge contro le droghe. Scuola, ricerca e università: rilancio delle '3 I' (inglese, impresa, informatica); difesa della lingua e della cultura italiana; aiuto agli studi per i meritevoli; aumenti agli insegnanti più capaci; trasformazione in Fondazione delle Università, competizione tra atenei; detassazione degli utili reinvestiti in ricerca ed innovazione; legge quadro per lo spettacolo dal vivo dal vivo; promozione delle "cittadelle della cultura e della ricerca". Ambiente: "5 per mille" per l'ambiente;legge obiettivo per il patrimonio culturale e il paesaggio; valorizzazione del territorio; strumenti di tutela del suolo e delle acque; aggiornamento della legge per la caccia.

SUD
Il programma prevede un piano decennale straordinario per le infrastrutture; "leggi obiettivo" speciali su turismo, beni culturali, agroalimentare e risorse idriche, infrastrutture e logistica, poli di eccellenza per la ricerca e l'innovazione; riconversione dell'industria chimica pesante alle nuove tecnologie; pieno e tempestivo utilizzo dei fondi comunitari attraverso nuove intese istituzionali; realizzazione della Banca del Sud; federalismo fiscale solidale e misure di fiscalità di sviluppo; contrasto alla criminalità organizzata e piano sicurezza.

FEDERALISMO
Il Pdl propone l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione sul federalismo fiscale, con l'approvazione delle norme approvate dalla Lombardia; garanzia che la perequazione riduca ma non annulli le differenze di capacità fiscale, fermo il principio costituzionale di giusto equilibrio tra solidarietà ed efficienza, premiando i comportamenti finanziari virtuosi e le regioni con una minore evasione fiscale.

FINANZA PUBBLICA
Un piano straordinario da completare nell'arco dell'intera legislatura. La realizzazione è sottoposta a 3 vincoli esterni essenziali: il vincolo costituito dalla crisi economica in atto nel mondo ed in Italia; il vincolo imposto dagli impegni di trattato europeo; il vincolo costituito dall'attuale instabile equilibrio dei conti pubblici italiani. "In questi termini - si legge nel documento - gli interventi attuativi del presente programma saranno comunque progressivamente e responsabilmente realizzati in funzione dell'andamento dell'economia e nel rispetto dei criteri di rigore nella gestione del bilancio pubblico. Non facciamo e non promettiamo miracoli. In ogni caso non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini. Non aumenteremo dunque la pressione fiscale. Anzi ci sforzeremo di ridurla. Fermo l'obiettivo di contrasto e di recupero dell'evasione fiscale. Il nostro impegno sarà all'opposto sul lato della spesa pubblica, che ridurremo nella sua parte eccessiva, non di garanzia sociale, e perciò comprimibile. A partire dal costo della politica e dell'apparato burocratico (ad esempio delle Province inutili)".

PROGRAMMA ELETTORALE.

PROGRAMMA ELETTORALE DI SALVATORE ALBELICE, CANDIDATO ALLA CAMERA NELLA CIRCOSCRIZIONE EUROPA


PRIMA PARTE PER GLI ITALIANI NEL MONDO

  • Ridare dignità e valorizzare il ruolo degli italiani nel mondo, rinsaldare il rapporto di amore fra i nostri connazionali e la madrepatria
    Nulla è stato fatto a mio modo di vedere dai nostri avversari politici e dalla sinistra per i nostri connazionali all’ estero. In particolare la sinistra è dal 1985 che spadroneggia nei COMITES e nella CGIE; ma non è riuscita, o, peggio ancora, non ha voluto mai impegnarsi per i nostri italiani. A dire il vero, in questi ultimi anni c’è stato, per contrasti vari tra Comites e CGIE, un vero e proprio boicottaggio per ogni iniziativa a favore degli italiani all’estero.
I figli dei nostri primi emigranti (seconda e terza generazione) si ritrovano per lo più ignoranti dei fatti italiani e, soprattutto, della lingua, cultura e storia italiana. I politici di sinistra, sia italiani che europei, da buoni venditori di ideologie hanno interesse a far permanere i nostri connazionali (che per loro sono solo una semplice “massa”) nell’analfabetismo linguistico e nell’ignoranza dei fatti, dando loro ogni tanto un contentino, una festa danzante, una pillola di speranza. Per il resto, pensano solo ad amministrare le loro posizioni di rendita e a spendere soldi, provenienti per vari canali dall’Italia, solo ed esclusivamente per fini clientelari e di potere. Oltre ai Comites e CGIE si è permesso loro di occupare quasi tutte le istituzioni italiane all’estero: UE, corsi e scuole europee, istituti di cultura, consolati, ecc., che utilizzano non per metterli al servizio e migliorare la vita degli italiani, ma solo per fini di potere ed elettorali. Tali comportamenti hanno contribuito a fare disamorare gli italiani all’estero verso i governi italiani, facendo crescere in loro sempre di più quel sentimento di abbandono e di individualismo che li caratterizzano oggigiorno. Hanno bisogno, quindi, di essere aiutati a divenire da individui sporadici a comunità, senza per questo perdere la loro individualità. Una vera iniezione di ottimismo e di fiducia che si deve prospettare più col fare concreto, che col dire e promettere semplicemente. I nostri connazionali amerebbero sentirsi dare questa carica di ottimismo e fiducia nel futuro.

  • Recupero e valorizzazione della lingua e della cultura italiana per le nuove generazioni, per i figli e i nipoti degli italiani:
    Molto spesso, troppe volte, nei miei viaggi all'estero, nelle frequenti visite effettuate presso le tante associazioni regionali sparse per l'Europa e non solo, mi sono accorto di come purtroppo oggi si faccia ben poco per avvicinare le nuove generazioni alla nostra lingua e alla nostra cultura. I figli e i nipoti degli italiani si sentono "italiani" spesso solo di nome ma non di fatto. La lingua italiana è un patrimonio di inestimabile valore, nasconde dietro di sè anni di cultura e di storia che il mondo ci invidia, per questa ragione va fatto il possibile per creare strumenti di supporto al recupero di tali elementi. Se andrò al Governo mi batterò per un maggiore sostegno alle scuole italiane all'estero, per rivedere i corsi di lingua e cultura italiana, integrandoli con veri corsi di scolarizzazione, di formazione professionale e di orientamento, per istituire corsi di apprendimento di lingue straniere e dell’informatica anche all'estero per i nostri connazionali, per creare la base per maggiori scambi culturali fra i nuovi italiani all'estero e la madrepatria, per fare in modo insomma che i giovani possano recuperare e amare le tradizioni dei loro genitori, quelle che loro portano conservate gelosamente nello scrigno del loro cuore.

  • Il ruolo fondamentale dell'informazione italiana all'estero:
    Occorrono a mio modo di vedere maggiori contributi da parte del governo italiano per una informazione più radicale, che arrivi in maniera sempre più diretta nelle case dei nostri connazionali nel mondo, perchè l'informazione è cultura, l'informazione è un elemento indispensabile per tenere vivo il rapporto con la madrepatria.Mi batterò affinchè sia istituita una commissione ad hoc che possa valorizzare la reale qualità dell'informazione italiana all'estero, di modo che i contributi siano forniti a chi realmente, editori di radio, siti web, agenzie e giornali, sia vicino alle esigenze degli italiani. Mi batterò affinchè però tutti, se realmente lo meritano, possano accedere ai contributi: le radio, i siti web che fanno informazione, tutte le nuove agenzie nascenti. I metodi di accesso ai contributi devono essere snelliti e messi alla portata di tutti. Ritengo che molto spesso ci si trovi di fronte a delle vere e proprie lobbie, e non è facile, per i giovani editori italiani all'estero o per coloro che dall'italia vogliono fare informazione per i connazionali nel mondo, poter accedere anche ad una piccola forma di sostegno. I contributi vanno aumentati perchè l'informazione italiana all'estero è sacrosanta, in ogni sua forma, perchè la comunicazione è crescita ed è vita.

  • Sostegno ai giovani italiani all'estero. Aiutarli nel lavoro e nel sociale, per vederli crescere nel nome dell'italianità:
    I paesi che ci ospitano spesso fanno poco o niente per i nostri connazionali e molto, moltissimo per gli extracomunitari nord africani. Gli italiani sono discriminati nelle scuole e sul posto di lavoro. Quel poco che fanno e che divengono nella società in cui vivono, lo fanno da soli e a volte contro mille ostacoli. Bisogna intervenire con concrete iniziative di formazione o riqualificazione professionale, se vogliono rimanere sul posto, ovvero facilitare, l’inserimento nel mondo del lavoro. Contribuire a realizzare all’estero centri sportivi, sociali e culturali in cui il giovane possa trovare un’altra forma di realizzazione sociale e un “benessere”, che lo tenga sempre più lontano dalle sirene della droga e delle devianze varie, che pare siano valori e principi programmatici della sinistra italiana ed europea. In più, cosa innovativa ed efficace, favorire viaggi, scambi culturali ed esperienze di lavoro tra i giovani italiani all’estero nei diversi Paesi europei e tra l’estero e l’Italia: una sorta, insomma, di rivoluzione culturale.

  • La donna italiana e la donna italiana nel mondo: sostegno incondizionato alle giovani donne, fulcro della nostra società, speranza per il futuro
    Le donne amerebbero sentirsi dire piu spesso di essere importanti, ma il loro ruolo va valorizzato non solo a parole, a tutto questo va aggiunto un adeguato sostegno e un concreto impegno a realizzare se stesse per attingere al loro giusto posto nella società. Non certamente farle sentire come delle percentuali o quote obbligatorie da applicarsi in nome di un frainteso principio della rappresentatività o delle pari opportunità. La politica delle pari opportunità va applicata in relazione e in funzione della crescita, dell’evoluzione e delle capacità della donna a partire dal processo di scolarizzazione, di formazione sino al suo inserimento nel mondo del lavoro, senza comunque disattendere alla sua realizzazione di madre ed educatrice. E’ bene favorire e sostenere tutto cio’ che rende compatibile e sereno il ruolo di lavoratrice e quello di madre; di casalinga (che è anche un lavoro) e quello di madre. In tutto questo no va dimenticato il ruolo chiave che ha avuto nel passato la donna italiana all'estero, fulcro nel difficile processo di emigrazione, oggi speranza per il futuro dei nostri italiani nel mondo e anche per il rilancio dell'immagine del nostro paese così bistrattata di recente per colpa di un malgoverno che ci ha reso agli occhi del mondo come il "Paese dei Balocchi e dei fallimenti". Ieri la donna italiana all'estero è stata sostegno per i propri uomini, madre esemplare ed esempio di spirito di sacrificio, ha favorito l'ambientamento delle nuove famiglie di connazionali nei paesi ospitanti. Oggi invece, la nuova donna italiana all'estero, è spesso esempio non solo di moralità e coraggio, ma ha un ruolo attivo nei paesi che l'hanno accolta. La donna italiana ha saputo conquistarsi all'estero posti di prestigio nella politica e nell'industria, la donna manager italiana all'estero deve essere un esempio di speranza per una Italia che grazie ai suoi connazionali nel mondo, ai quali deve guardare con orgoglio, può rinascere e rialzarsi.

  • Il recupero del ruolo degli anziani, il maggiore sostegno ai pensionati italiani all'estero, il detassamento delle pensioni italiane all'estero, l'appoggio concreto ai connazionali nel mondo indigenti, l'assistenza sanitaria agli italiani nel mondo bisognosi.
    Quando Prodi è venuto a Bruxelles il primo febbraio scorso, al di là delle “bofonghiate” dette, ha voluto “tre civette” sul como’ – pardon, sul palco: una studentessa, una lavoratrice e un minatore pensionato, che dovevano fare da contraddittorio, per dare parvenza di un dibattito aperto e democratico e dimostrare che lui, il prode Prodi, discuteva dei veri problemi “de la jente”, espressione della base. Ebbene, il pensionato, vecchio ex minatore, ben indottrinato si è lasciato talmente andare in frasi fatte e accuse contro la Casa delle Libertà (che non fa nulla per gli anziani e i pensionati), da imputare al governo Berlusconi gli infausti accordi italo-belgi, lo scambio lavoro italiano- sacco di carbone e per poco anche la tragedia di Marcinelle. E giù applausi di conferma dalla platea e cenni di assenso da parte di Prodi, D’Alema e Company. Gli anziani amerebbero sentirsi riconosciuti come persone ancora socialmente utili ed essere messi in grado di vivere dignitosamente una vita da pensionati, cosi’ come hanno vissuto prima con dignità una vita di lavoro e di sacrifici. In realtà, si ritrovano ora con una pensione misera, non adeguata, perché svalutata, e con molti problemi esistenziali. In più, c’è il grosso problema della solitudine, se non dell’abbandono, e la disperazione di sentirsi, a volte, di peso per la società. Ci sembra doveroso restituire dignità agli anziani e aiutarli a inserirsi nella società, per quello che hanno dato in passato e che ancora possono dare. E qui viene fuori il discorso dei pensionati italiani all'estero e degli anziani e dei connazionali indigenti: tante volte gli eletti parlamentari all'estero hanno speso fiumi di parole sulla questione pensioni senza fare nulla di concreto. I ritardi con cui spesso vengono inviati i pagamenti sono l'esempio emblematico di come il sistema non funzioni. I nostri anziani all'estero devono ricevere puntualmente la loro pensione dall'Italia, per molti di loro, soprattutto in Europa, unica fonte di sostegno. In questo senso vanno anche migliorati i servizi di informazione, sia nei paesi ospitanti che attraverso la rete, per permettere agli italiani all'estero di conoscere meglio la loro situazione. Inoltre è assurdo che esistano tasse sulle pensioni. Le pensioni degli italiani all'estero vanno assolutamente detassate.Mi batterò per il sostegno da parte del Governo Italiano, sempre più concreto, ai connazionali all'estero che si trovano in difficoltà, sostegno che deve arrivare attraverso dei contributi in denaro ma anche attraverso le cure mediche che per chi non può permetterselo anche nei paesi stranieri devono essere a carico del nostro Paese.

  • La nascita di centri sociali polivalenti per gli italiani all'estero, il rafforzamento delle strutture già esistenti.
    Sarebbe opportuno pensare di istituire un Libro bianco per reperire esigenze, problemi e attese dei nostri connazionali e promuovere, con opportune iniziative politiche e legislative.L’istituzione di centri sociali polivalenti di riferimento, per assistenza, consulenza per ogni genere di pratica. L’istituzione di case di riposo per anziani bisognosi, o che ne facciano richiesta, ovvero sussidiare la pensione di coloro che vogliono accedere a case di riposo locali, che sono per loro attualmente eccessivamente costose. Ascoltare gli anziani e realizzare progetti insieme a loro. Aiutare con ogni mezzo quegli anziani o pensionati che intendono ricollocarsi nel loro paese di origine, con facilitazioni fiscali, di servizi e di accoglienza. Al fine di facilitare la realizzzazione dei punti sopraddetti, è importante l’istituzione di Centri sociali polivalenti e polifunzionali (non le vecchie Case d’Italia), che siano al tempo stesso punti di incontro dei connazionali, centri di iniziative e di dibattiti culturali e politico-culturali; centri di divertimento e di socializzazione; centri di assistenza e di consulenza, di accoglienza, indirizzo e orientamento non solo per gli italiani residenti, ma anche per quelli che vengono dall’Italia. Insomma, che sia una vera Casa del Benessere.

  • Migliorare e ristrutturare il ruolo dei consolati, fulcro per la vita dei nostri italiani nel mondo
    Migliorare o ristrutturare i Consolati deve essere uno degli impegni prioritari per chi eletto all'estero va al governo: per metterli realmente al servizio degli italiani all’estero e non degli impiegati consolari. Rivedere le funzioni degli istituti di cultura, finora occupati e asserviti alla sinistra italiana. Migliorare la struttura e funzionalità dei Comites e di altre istituzioni rappresentative degli italiani all’estero: finora i Comites NON HANNO FATTO QUASI NULLA.

  • Cancellare il Cgie, e dare maggiore vigore ai Comites
    Ritengo e mi batterò fortemente per questo, che sia arrivato il momento di abolire il Consiglio Generale degli Italiani all’estero e nel contempo di dare maggiore sostegno, sia economico che strutturale, ai vari Comites dislocati nel mondo. La ragione della cancellazione del Cgie a mio modo di vedere è semplice e non c’è tempo da perdere: costa troppo al nostro Governo, milioni di euro spesi ogni anno per pagare i viaggi dei nostri consiglieri a Roma e non solo, che invece potrebbero rimanere tranquillamente nel loro continente di competenza a contatto diretto con le varie comunità per risolvere i problemi dei nostri connazionali e ascoltare le loro esigenze. Diamo più forza ai Comites, concediamo loro la possibilità di operare con maggiori risorse, creiamo strumenti in grado di rafforzare la loro operatività, facciamo in modo che all’interno delle varie aree ci possano essere maggiori occasioni di confronto anche attraverso faccia a faccia con i vari parlamentari all’estero, alla fine il Comites è un organo che rappresenta una figura storica della nostra emigrazione e se messo in condizione può svolgere tranquillamente il ruolo occupato oggi dal Cgie a mio modo di vedere tutto fumo e niente arrosto. Senza nulla togliere all’impegno di tanti consiglieri del Cgie in questi anni, perchè certo non si può fare di tutta un’erba un fascio, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero soprattuttto negli ultimi due anni è diventato uno strumento nella mani della politica, è rimasto invischiato in una rete che ha solo rallentato e bloccato le reali potenzialità di questa struttura, ovvero occuparsi degli interessi dei nostri connazionali nel mondo. Se il Cgie è formato da cittadini italiani all’estero, allora facciamo in modo che questi possano operare nel miglior modo possibile all’interno dei Comites per i loro connazionali e in nome di un processo di crescita comune.

  • Rivalutare e ridare credito alla posizione lavorativa degli impiegati a contratto delle Ambasciate, dei Consolati, degli Istituti di Cultura.
    Gli impiegati a contratto delle Ambasciate, dei Consolati e degli Istituti di Cultura, cittadini italiani iscritti all'AIRE, sono una risorsa importante che deve essere valorizzata e non penalizzata, e non discriminata nelle situazioni più difficili. Soprattutto in Europa a mio modo di vedere in questo momento si avverte l'esigenza di sostenere nel miglior modo possibile queste figure professionali che rappresentano il cuore pulsante della nostra vita comunitaria all'estero insieme con le varie associazioni regionali con cui operano a stretto contatto. I Consolati e le Ambasciate non sono strutture astratte, sono composte da persone, allo stesso modo gli Istituti di Cultura. Per questo motivo occorre contrattualizzare in maniera definitiva il personale italiano all'estero, fare in modo che possa lavorare con serenità e con gli strumenti necessari per poter rispondere in maniera adeguata alle esigenze dei nostri connazionali. I consolati e le ambasciate ogni giorno devono affrontare questioni delicate e importanti: le pensioni, le richieste di recupero della cittadinanza, l'organizzazione di eventi in stretto contatto fra la nostra Italia e il paese ospitante nel nome del made in Italy, spesso in collaborazione con le varie Camere di Commercio, e ancora la valorizzazione della lingua e della cultura italiana che rappresentano una grande risorsa in nome della quale gli Istituti di Cultura lavorano quotidianamente. Diamo serenità a queste figure professionali, consentiamo loro di poter finalmente cancellare dalla loro mente la parola precariato. Facciamo in modo di avere impiegati efficienti rigorosamente selezionati per le loro qualità professionali ma a tempo indeterminato e non con contratti a tempo, solo così si potrà pensare ad unfuturo migliore per i nostri italiani nel mondo e per le nuove generazioni.

  • Rilanciare e difendere il ruolo del made in Italy, una grande risorsa alla quale l'Italia deve e puo' guardare per uscire dal ristagno economico.
    Favorire ed incrementare il commercio estero con legami sempre più stretti con l’imprenditoria italiana all’estero, è questo uno dei miei obiettivi se sarò eletto alla Camera. Rilanciare una volta per tutte e valorizzare il ruolo del made in Italy, fonte di crescita economica anche per il nostro paese e non solo per gli italiani nel mondo. I prodotti italiani all'estero vanno difesi e tutelati, bisogna guardare con orgoglio in questo senso ai "nuovi italiani all'estero", agli imprenditori figli di italiani o che si sono trasferiti solo da poco all'estero che operano tutti i giorni nel nome del made in Italy e che si sono fatti strada lontano dall'Italia ma nel nome dell'italianità. In questo senso vanno incrementati i rapporti di comunicazione e collaborazione fra gli imprenditori italiani e quelli italiani nel mondo, Va rafforzato il ruolo dell'Ice, Istituto Commercio Estero, con le sue tante sedi nel mondo, vanno organizzati meeting, appuntamenti, convegni con esperti del settore, il mercato va scandagliato a fondo, analizzato e reso ancora piu fertile, insomma il made in Italy deve diventare occasione di rilancio per l'immagine e per l'economia italiana e attraverso tutto ciò ci sarà anche la possibilità che gli imprenditori stranieri possano finalmente acquisire nuovamente fiducia nell'investire nella nostra Italia.

mercoledì 12 marzo 2008

MORTI BIANCHE IN ITALIA E IN EUROPA.


MORIRE DI LAVORO: IL CANDIDATO ALLA CAMERA DEL PDL, SALVATORE ALBELICE, AFFRONTA LA DELICATA PROBLEMATICA DELLE MORTI BIANCHE IN ITALIA E IN EUROPA.


«In Italia ma anche in Europa si muore ancora di lavoro. Al giorno d'oggi tutto questo è assurdo. Dobbiamo fare qualcosa, tutti insieme, per debellare la piaga delle morti bianche». Così Salvatore Albelice, candidato per il PDL alla Camera nella Circoscrizione Europa commenta una delle problematiche più attuali che riguardano il nostro Paese. La delicata questione delle tante vittime nei cantieri di lavoro che affollano quasi ogni giorno, non solo quindi in Italia, ma in ogni parte del mondo, le cronache dei giornali, e la conseguente necessità di garantire maggiore sicurezza a chi si guadagna da vivere e non merita di mettere a rischio la propria incolumità fisica, rappresenta una priorità nel programma elettorale di Albelice, che si dice pronto a battersi in prima linea, insieme alla sua coalizione, per fare in modo che anche i nostri connazionali nel mondo possano godere di leggi e di controlli che li tutelino durante la propria attività lavorativa. «La sinistra italiana è abituata da tempo a spendere fiumi di parole sulla vicenda delle morti bianche, parole che spesso non sono seguite da fatti concreti. Il problema delle morti sui posti di lavoro e della scarsa sicurezza nei cantieri riguarda come già detto tutta l'Europa. Io vivo dal 1989 in Belgio e posso dire che qui, nella terra dei tanti emigrati italiani e non solo, nulla è cambiato da 50 anni ad oggi. Anche qui i giornali sono pieni di notizie tragiche che raccontano la terribile fine di tanti operai, ieri come oggi, la sinistra si erge a paladina dei lavoratori ma a mio modo di vedere ai tanti bei discorsi non seguono mai i fatti. Si è mai chiesta la sinistra italiana, la sinistra degli operai, cosa accade in paesi come la Cina e la Birmania dove i lavoratori, soprattutto i minori, sono trattati a mò di schiavi e dove i morti sul lavoro quasi non fanno più notizia? Gli ultimi due gravi fatti accaduti in Italia, con le stragi di Molfetta e quella di Torino alla ThyssenKrup aprono ancora una volta uno squarcio enorme su una problematica che purtroppo in Italia fa scalpore ma poi finisce nel dimenticatoio. Il Partito delle Libertà e insieme a loro io come candidato, vogliamo costruire, ripartire dagli sbagli degli altri per provare a cambiare le cose, se avrò quindi la possibilità di essere eletto al Governo, voglio battermi in prima linea per la tutela dei lavoratori italiani. Se sarò eletto cercherò di fare il possibile anche per i problemi dell'Italia e allora insieme agli esponenti del mio partito chiederemo maggiore vigilanza nei cantieri, ispezione adeguate e continue per conoscere le reali condizioni di sicurezza dei cantieri e ancora pene severissime per chi in Italia come all'Estero attraverso l'ombra del lavoro nero e sottopagato sottopone tanti giovani, tanti padri di famiglia, a rischiare la vita e a spaccarsi la schiena con il rischio di lasciarci la pelle».

Agitazione impiegati del Mae in Belgio.

Agitazione impiegati del Mae in Belgio: il sostegno di Albelice alla delicata situazione dei tanti lavoratori che aspettano il rinnovo del contratto.

Pieno appoggio e sostegno da parte del candidato alla Camera per il PDL nella Circoscrizione Estero, Salvatore Albelice, alla delicata questione degli impiegati del Ministero degli Affari Esteri in servizio presso le rappresentanze diplomatiche e consolari in Belgio. «Ho ricevuto oggi stesso un accorato appello, dice Albelice, da parte dell'amico Aldo Mattiussi, Coordinatore per il Belgio Confsal-Unsa/Esteri, sulla delicata questione contrattuale dei nostri lavoratori, e in qualità di candidato ma soprattutto di cittadino italiano che vive da anni in questo territorio e ne conosce e ne avverte le problematiche non posso ignorare il problema. Nel mio programma - continua Albelice - ho inserito che tra i miei progetti c'è quello di battermi fino in fondo per la riqualificazione professionale del personale di consolati e ambasciate italiane di tutta Europa. Il loro lavoro è fondamentale per la comunità italiana e per questo vanno aiutati e messi nella condizione di operare per il meglio. La questione poi del Belgio è davvero preoccupante: gli stipendi della suddetta categoria sono infatti ormai congelati dal 2001 e l'Amministrazione del Mae non ha tenuto conto del progressivo aumento del costo della vita e non ha neanche applicato altri istituti compensativi alla continua erosione delle retribuzioni, applicando ad esempio gli scatti stipendiali di anzianità. Cio' in palese contrasto con la prassi in atto nelle restanti democrazie europee! La CONFSAL-UNSA/ESTERI, stanca della sordità del Ministero degli Affari Esteri alle legittime rivendicazioni della categoria, ha chiamato alla mobilitazione generale proclamando lo stato di agitazione. Non posso non essere vicino alle esigenze di questi italiani e garantisco loro sin da ora il mio pieno appoggio. Non si possono ignorare gli appelli di persone che quotidianamente hanno dimostrato sempre abnegazione e senso di responsabilità sui loro posti di lavoro e che sono al servizio dei cittadini italiani in un territorio importante come il Belgio e così vicino all'Italia.

Candidatura ufficiale di Salvatore Albelice

Ufficiale la candidatura del Presidente degli Azzurri nel Mondo Belgio alla Camera, nella Circoscrizione Europa, tra le fila del PDL.

Un Italiano per gli Italiani nel Mondo. Passione, entusiasmo, voglia di riportare la politica agli antichi valori, di contribuire a ridare credito ad un Paese che soprattutto agli occhi dei connazionali all'Estero, di recente, ha perso molto del suo splendore e della sua credibilità. Salvatore Albelice, 53 anni, siciliano della provincia di Catania, dal cuore della sud e dell'Isola, al Belgio, dove vive dal 1989. Un cittadino italiano all'estero come tanti, ama definirsi lui, con l'umiltà che lo contraddistingue, Imprenditore, direttore del mensile Ora Italia (http://www.oraitalia.eu/), Presidente della Delegazione Azzurri nel Mondo Belgio dal 2005, fondatore anche di Media Italia Belgio (http://www.mediaitaliabelgio.eu/), l'associazione che raggruppa i media italiani in loco. Albelice per la seconda volta è candidato come deputato nella Circoscrizione Europa, alla Camera, tra le file del Popolo delle Libertà. «Non posso che essere orgoglioso della proposta che mi è stata fatta e la porterò avanti, durante questa campagna, dice Albelice, con lo spirito di sacrificio che mi ha sempre contraddistinto. La politica, soprattutto per noi italiani all'estero, deve riprendere ad essere contatto diretto con la gente. Io vivo i problemi della comunità italiana in Belgio e di quella di altri paesi europei da diversi anni. Ed è da questa esperienza diretta, da un contatto che nasce guardandosi negli occhi, dialogando, che voglio partire per dare il mio contributo alla coalizione di Berlusconi per provare a ottenere un posto al Governo che possa permettermi di lavorare al servizio degli italiani nel mondo e non solo». Tante le idee che si possono trovare nel suo programma elettorale, all'interno del nuovo sito internet da oggi on line, www.salvatorealbelice.eu. «Prima di tutto, commenta Albelice, ridare vigore e credibilità al ruolo e alla figura dei connazionali all'estero. Dignità che significa più diritti, un futuro più sereno per loro e per le nuove generazioni, rinsaldare quel filo e quel rapporto con la madrepatria di recente messo a dura prova da un governo di centro sinistra che ha fatto precipitare il paese ma non solo, ha fatto perdere fiducia a chi, lontano da casa, ha sempre visto nella sua italianità una ragione per riaffermare con orgoglio le proprie origini. Deve tornare ad essere tutto come prima. Perchè gli italiani nel mondo possono costituire uno dei veicoli trainanti per riportare in alto il Paese». Parlavamo di idee e progetti concreti, ebbene Albelice, leggendo il suo programma, ne ha molti che vorrebbe attuare: il recupero e la valorizzazione della lingua e della cultura italiana, la qualità dell'informazione italiana all'estero (a tal proposito Albelice propone di snellire le procedure per i contributi ai media italiani dando possibilità anche alle nuove proposte sul web e ai nuovi editori a patto che facciano informazione di spessore e di utilità) e ancora il sostegno ai giovani italiani nel mondo simbolo di nuove generazioni da avvicinare alle tradizioni paterne, gli anziani, le pensioni, il sociale, la valorizzazione dei lavoratori italiani di consolati, ambasciate e istituti di cultura attraverso una contrattualizzazione definitiva che dia loro serenità, e ancora l'eliminazione del Cgie a vantaggio di un maggiore vigore dei Comites e il rilancio del ruolo del made in Italy che può essere veicolo trainante per l'economia italiana. Non mancano inoltre quelle idee che si rifanno al programma nazionale del PdL e che riguardano sviluppo, famiglia e giovani, sicurezza, proprio perchè Albelice sente che se il Popolo delle Libertà andrà al Governo bisognerà voltare pagina, cambiare registro anche per quanto riguarda il ruolo avuto dai deputati italiani all'estero nella loro prima avventura politica in Italia. «Credo che molti ci abbiano deluso - dice - avrebbero dovuto prima di tutto pensare agli interessi del proprio elettorato e non l'hanno fatto. Dovevano impegnarsi come portavoce dei connazionali nel mondo invece si sono lasciati invischiare dai meccanismi dei partiti dimenticando il ruolo che avrebbero dovuto avere. Credo che noi candidati nelle circoscrizioni estere del PdL possiamo dimostrare che il voto degli italiani nel mondo non è inutile. Anzi. Possiamo anzi dare il nostro contributo prima di tutto ai connazionali all'estero che devono essere il nostro primo e costante pensiero e poi proporre le nostre idee come membri del Governo italiano se avremo l'onore di essere eletti, con umiltà e tanta concretezza».